CRONACA DELLA SETTIMANA. 11 AGOSTO 1867

   Il generale Giacomo Durando, nuovo prefetto di Napoli, è già entrato nello esercizio della sua carica, ritenendo ancora il comando militare della provincia.

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   Sabato scorso, un fanciullo di 14 anni, a nome Salvatore de Simone, rimaneva disgraziatamente vittima del treno ferroviario da Portici a Napoli. Egli si era inavvedutamente sdraiato sul tratto della via ferrata presso Ponticelli.

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   Un signore, a nome Vincenzo Salvati, era in procinto di annegarsi nelle acque di S. Lucia per essersi improvvidamente discostato dagli stabilimenti de’Bagni colà costruiti. Fu salvato dal marinaio Domenico Presciutto.

   Una signorina, appartenente a distinta famiglia napolitana, era pure in procinto di affogarsi ne’bagni di Pappalardo alla Villa Nazionale, venerdì mattina, a causa di una gagliarda ondata che la travolse. Accorreva a salvarla un marinaio, a cui per questa opera generosa, per quanto sentiamo, fu dato in compenso la meschina somma di due lire. Probabilmente, la vita di quella signorina non fu valutata per una somma maggiore.

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   Un considerevole furto fu commesso nella sartoria Visco. I giornali pertanto annunziano aver lui ritrovato tra le sue carte una parte del denaro, che egli credeva essergli stato rubato.

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   Il distinto giovine artista napolitano signor Achille Sangiovanni ha dato termine ad un ritratto a dimensioni naturali d’una signorina russa, appartenente a patrizia famiglia. Abbiamo veduto il lavoro del signor Sangiovanni; e davvero con lui ci congratuliamo e per la squisita naturalezza dei dettagli e per la finezza del colorito e per lo insieme del quadro, che fa onore all’artista e all’arte napolitana… Un lavoro di simil genere è tanto più pregevole quanto è men fecondo il soggetto, che deve limitarsi alla sterile riproduzione della immagine di un personaggio. Parrebbe a prima giunta che la somiglianza dovesse essere l’unico pregio essenziale di questa sorta di dipintura; ma, quando lo studio dal vero si estende a ritrarre tanti accessorii di vesti, di mobili e di lontani paesaggi, non è più un ritratto, sibbene un quadro come ogni altro, in cui l’artista è tenuto a dare un accordo alle parti diverse che compongono l’opera sua. Sentiamo che il giovine dipintore abbia l’intenzione di esporre al giudizio del pubblico il suo quadro prima di spedirlo in Russia. Non possiamo che esortare il valente artista ad effettuare un tal pensiero, perché gl’intenditori di pittura abbiano l’occasione di ammirare i progressi che questa nobile arte va facendo tra noi.

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   Notiamo con soddisfazione che un’altra scuola domenicale pei nostri popolani si è stabilita nel monastero di S. Domenico Maggiore (Sezione S. Giuseppe). Gli egregi professori signori Giuliani, Raffaele, Albarella e d’Onofrio vi prestano il loro gratuito insegnamento, ciascuno per la sua disciplina.

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   Abbiamo letto il primo fascicolo dell’opera del giovine siciliano Giuseppe Antinoro col titolo Le mie Memorie nel Militarismo, già da noi annunziata in uno dei passati numeri di questo giornale. A giudicare da questa prima dispensa, le Memorie del sig. Antinoro si faranno leggere con viva premura: è la storia del dispotismo militare in Italia; storia narrata con vivaci colori d’una calda immaginazione meridionale e colle tinte malinconiche di cuore ardentissimo di patrio amore. Abbiamo letto di un fiato le 32 pagine di questo primo fascicolo: ed aspettiamo con ansia il secondo.

   Ciò forma, noi crediamo, il migliore elogio dell’opera. Il militarismo, considerato come sostenitore del privilegio e della ingiustizia dell’enormi disuguaglianze sociali, siccome ben si esprime l’autore, merita di essere combattuto; e noi non possiamo che incoraggiare il giovine autore a proseguire nella intrapresa pubblicazione, che gli attirerà senza dubbio le lodi e le simpatie di quanti sentono sincero amore della libertà e del benessere dei popoli.

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   Il Prof. medico Giuseppe Manfredonia ha pubblicato per le stampe, siccome annunziammo, la seconda edizione di un opuscolo intitolato Fondamenti di Patologia organico-analitica. Crediamo che questo dotto opuscolo del Manfredonia meriti di essere attentamente letto e studiato dai cultori delle scienze mediche; perocchè con sano criterio l’autore prende ad esaminare le diverse opinioni che si ebbero gli antichi sul dinamismo vitale e su le modificazioni essenziali che il morbo adduce sulla organica economia; e quindi si fa a ragionare sul modo da tenere per non ingannarsi nelle diagnosi delle malattie a cui l’umano organismo è soggetto. Lo studio delle scienze mediche fu una delle nostre giovanili predilezioni; onde con piacere svolgiamo le pagine di un libro che imprende a rischiarare qualche punto di una scienza vastissima per quanto difficile, e i cui misteri non si rivelano che ad una pazientissima perseveranza, accompagnata da un infinito amore dell’uomo. Raccomandiamo il libro del sig. Prof. Manfredonia a quelli che si occupano più specialmente di questa importante branca delle scienze naturali.

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  La nuova commedia del sig. Giuseppe Turco col titolo I Cuori di cera, rappresentata per quattro sere consecutive su le scene del teatro Fiorentini, ha procacciato al giovine autore plausi e chiamate all’onore del proscenio: è, infatti, una graziosa commedia per l’intreccio e pel dialogo: i pochi nei che si ebbero a notare la prima sera, furono dall’autore tolti via con accorgimento, che rivela in lui gusto, intelligenza e docilità ai buoni consigli.

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   Una delle più belle strade di Napoli quale si è quella del Corso Vittorio Emanuele si è renduta assolutamente impraticabile: i piedi vi si affondano fino ai garretti in un metro di terreno. O Municipio, e tu che canchero ci fai a S. Giacomo? Vogliamo un bel giorno darci il fastidio di assistere alle tornate dei nostri consiglieri municipali per informarci di che si occupano questi egregi padri della patria: probabilmente del modo di dare acqua al deserto di Sahara o di disseccare il lago di Thoung-Thing nella Cina; oppure le loro tornate si debbono aggirare sul discutere se convenga o no discutere.

                                                                                 FRANCESCO MASTRIANI