CRONACA DELLA SETTIMANA. 9 GIUGNO 1867

   La festa dello Statuto riuscì abbastanza animata domenica scorsa. Nonostante l’eccessivo calore, la popolazione napolitana, sempre avida di feste, si accalcò la sera nelle piazze principali e soprattutto in quelle del Plebiscito e del Municipio. Parimente numeroso fu il concorso de’passeggianti alla Villa Nazionale, dove si die’ principio alle serate della banda musicale.

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   Domenica venne fuori il primo numero del giornale ebdomadario col titolo L’Educatore, compilato dal signor Giuseppe Pira, siccome annunziammo in uno degli scorsi numeri del nostro giornale. A giudicare da questo primo saggio, noi troviamo avverate le nostre previsioni in quanto al merito di questo nuovo periodico. Il primo numero contiene il programma del giornale, un articolo sull’Educazione religiosa, in cui l’autore si fa a ragionare con l’intimo convincimento della necessità di avversare le tendenze antireligiose dei nostri tempi; un articolo sull’Educazione civile; un altro su le Prime cure da prestarsi a’bambini; ed altro non meno importante sulla Economia casalinga. Sieguono le Istruzioni sulla struttura e funzioni del corpo umano, le Conseguenze della moda, e vari racconti, di cui si promette il seguito ne’numeri successivi. Facendo i nostri congratulamenti col signor Pira, non possiamo che spronarlo a proseguire nella nobile missione ch’egli si è imposta.

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   Non appena cominciano tra noi gli estivi calori, che le risse, i ferimenti, gli omicidi sono all’ordine del giorno. Non facciamo cenno di tutti i fatti di questa settimana, perocchè niente di particolare essi offrono. Finchè le competenti autorità non ispiegheranno il maggior rigore su i detentori e asportatori di armi proibite, e specialmente della così detta sfarziglia e del coltello-pugnale, avremo frequentemente a deplorare uccisioni e ferimenti nelle classi della bassa popolazione.

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   Preghiamo colle maggioro istanze il Signor Vice-Sindaco della Sezione Avvocata perché s’incarichi un poco di quel mucchio di sfabbricine e di ruine che è nel fondo Avellino alla salita Tarsia, e attraverso il quale hanno a transitare i pigionali del palazzo Russo. Alle prime acque che verranno dal cielo (se il bel cielo di Napoli si vorrà compiacere), questi poveri diavoli di abitanti del nuovo palazzo Russo rimarranno sequestrati in casa per l’assoluta impossibilità di aprirsi una via di passaggio tra quattro metri di profondità di fango, dove rimarranno eternamente fitti come i golosi di cui parla Dante nel 6.° canto.

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   Guardi un poco il pietoso Municipio allo stato deplorabile in cui si trova la nuova strada addimandata Corso Vittorio Emanuele. Chi transita per quella via cammina nella polvere che gli arriva alle ginocchia. Nubi infocate e accecatorie si levavo ad ogni passaggio di carrozza o di carretta, simili a’vapori di fuoco che il simun solleva ne’deserti situati sotto la zona torrida. Finchè il sempre lodato bel cielo di Napoli non si benigni di regalarci qualche secchia d’acqua, faccia il Municipio il miracolo del Ci avrà bagnato il sole. Se la siccità dura qualche altra settimana, gli abitanti di Napoli correranno il pericolo di morire tutti soffocati dalla polvere.

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                     FRANCESCO MASTRIANI