I BALLI DIPLOMATICI

   Siamo nella stagione delle feste e de’balli. I salotti si aprono alla vivida luce de’doppieri e delle splendide lumiere. La vita del giorno è sospesa per le dame eleganti, e comincia quella della notte. Il supremo pensiero di ogni bella dama è l’acconciatura della sera. la scelta dell’acconciatura diviene tanto più seria e difficile quanto più problematica è la bellezza. La magistratura, il foro, l’esercito, la diplomazia, la tribuna si mettono en place e ballano. E poi si dice che il ballo è divertimento da donne e da fanciulli! È vero che, tra tanti misteri che si sono scritti, nessuno ha pensato ancora di scrivere i misteri di una quadriglia. In verità che ho più volte avuto un mente di occuparmene io; ma mi ha spaventato il vespaio in cui sarei andato a dare di naso. Col famoso sorite di Temistocle si dicea che il mondo era governato da un fanciullo. Per me, non sarei alieno dal dire che il mondo presente è spesso governato da una contradanza francese. I trattati di pace e di alleanza, le dichiarazioni di guerra, sono spesso intrecciati in un balancez. Spesso con un tour de mains una potenza ruba una provincia all’altra; spesso nella graziosa chaîne anglaise l’Inghilterra dà lo sgambetto alla Francia, e le fa fare un faux pas; spesso con un chassez un plenipotenziario vien messo alla porta. In somma, quando ballano i grandi, l’affare è serio.

   Né crediate che la sola politica trovi il suo pro in una contradanza francese. Il commercio, l’industria, le arti e financo la scienza ci fanno i loro piccoli negozi. Nella stagione de’balli e de’veglioni, il corso della rendita è regolato da un valzero o da una polca più che da tutt’i dispacci telegrafici dell’Agenzia Stefani.

   In quanto alle donne, è altro paio di maniche. Le donne, in generale, non si occupano né di politica né di commercio, né di altre bazzecole di questa natura. Diciamo in generale, dappoichè la regola soffre non poche eccezioni. Ci sono donne che la ficcherebbero a Talleyrand in persona in fatto di politica; ed altre che, con una leggiera pressione di mano in una grande chaîne, tolgono mille napoleoni dalla tasca di un uomo. Ma a me piace guardar la donna alla maniera ottomana; e son sicuro che questo gusto io l’ho comune co’gentilissimi lettori. La donna che s’impiccia di politica e d’affari, sia pure la regina Vittoria d’Inghilterra o Isabella di Spagna, è un essere degenerato, è un animale ibrido e fuori specie, è un ermafrodito, un mollusco, un polipo. La missione della donna (checché ne dica in contrario l’amico Achille Torelli) è quella di abbellire questi affaticati e penosi giorni della vita col supremo incanto delle sue grazie, della dolcezza del suo sorriso, colla carezzante voluttà del suo sguardo. Certo, la donna è la più bella invenzione dopo i fiammiferi e la pasta pe’topi; ma debb’essere bene applicata, e non debbe tralignare dalla sua missione.

   Animo dunque, signore donne, a voi: richiamate su i vostri amabili visini tutte le veneri e tutte le grazie; il vostro regno comincia. Animo, al ballo; voi siete nate per ballare e per far ballare. Voi siete l’anima del ballo, e spesso il ballo è tutta l’anima vostra.

                                                                                                             FRANCESCO MASTRIANI