IL PREZZO FISSO

   Oggi sono di moda i Bazars e il Prezzo fisso. Non vi spaventate alla parola Bazars; non si tratta presso noi di quei mercati orientali, dove sono esposte le schiave musulmane. Nei Bazars napoletani si vendono puranche figure umane ma quelle di legno, piccine piccine, per trastullo delle ragazze, le quali cominciano ad apprendere l’arte dell’acconciatura su quei bambocci, e finiscono col perfezionarla su loro medesime. Bisogna confessare ad onor del vero che niente è più comodo pel venditore e pel compratore che il prezzo fisso; il baratto è espresso in termini chiari e precisi; la vendita si esegue tacitamente, e non ci è luogo a frode alcuna. Benedetti i Bazars. Che bel comodo massimamente per que’poveri provinciali, che giungendo la prima volta in Napoli, e dovendo acquistare parecchie di quelle bazzecole di casa, sarebbero certamente ingannati sul prezzo dagli astuti venditori, se non trovassero bello e scritto ne’Bazars l’importo di ciascheduna merce. Ogni Bazar ha in Napoli un’insegna che cattiva i compratori, come Al Risparmio, Au Bon Marche, A l’Economiè etc. tutto si vende a prezzo fisso, dall’orologio di galleria che costa 40 scudi fino al bottone di camicia che costa mezzo soldo. È bello osservare la discrepanza degli oggetti posti in vendita ne’Bazars; il veder per esempio un vasetto di pomata Moelle de Beuf accanto ad un calamajo, uno specchio dirimpetto ad una scimmia brasiliana di legno, una poupèe sotto i piedi di un Napoleone. Il maggior vantaggio che offrono i Bazars è quello che con poco denaro un galantuomo può provvedere alle comodità ed anche al lusso della propria casa. Mercé il raffinamento delle arti e dell’industria, tutt’i gioielli si lavorano oggi con oro falso, ma con tanta perfezione da non potersi ravvisare più il falso dal fino. È finito ormai quel tempo in cui un marito fingea fretta o distrazione ogni qualvolta la cara metà si accostava ad un magazzino di bigotterie. Oggi egli può camminare a lento passo per Toledo, può anche arrischiarsi di menar egli stesso la moglie vicino ad un Bazar, perché in fin de’ conti con pochi carlini può cavar le innocenti voglie della consorte. Progresso dell’incivilimento! Benedetti mille volte i Bazars!

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   E non è tutto!… Avete per caso un’innamorata, e corre il suo giorno onomastico; voi correte a Toledo, ed andate difilato al Bon Marchè o al Bazar Parisien; gettate un tantino lo sguardo su quelle tavole seminate di tante futilità alla moda, fermate massimamente la vostra attenzione laddove trovate la cifra delle grana, e comprate un paio di orecchini, una spilla, un anello, e qualche altra somigliante bagattella, e vi recate a donarle tutto tronfio ed amoroso alla vostra bella, la quale soltanto se le sventure di famiglia ridurranno a render il vostro regalo, potrà accorgersi che gli orecchini, la spilla, o l’anello, erano oggetti del Prix fixe. I Bazars hanno inoltre l’onore di servire a tutte le classi sociali. Il nobile, il proprietario, l’artista e la crestaia, possono trovare in que’magazzini oggetti di comodità e di lusso d’ogni qualità, e d’ogni prezzo. Non vi è oggetto di galleria, di tavola, di toletta, di scrittoio, che non trovisi vendibile in questi magazzini. Il prezzo fisso è il mezzo più facile per propagare i prodotti dell’industria e del commercio; esso è il valore intrinseco e cangiabile della merce, e si manifesta inesorabilmente agli occhi del compratore con una cifra assoluta nel tempo stesso ed economica. Il compratore alla vista di quella cifra fa tosto il bilancio del denaro che ha indosso e quello rappresentato dalla cifra, e se questo supera quello, egli rivolge altrove lo sguardo per cercare un numero più corrispondente alla moneta che riposa in tasca. Possano i Bazars moltiplicarsi in questa Capitale, come le botteghe da caffè e i giornali, possa il Prezzo Fisso stabilirsi sovrano assoluto di tutte le cose, ed espandersi finanche sulle scritture teatrali e sulle opere letterarie.

                            FRANCESCO MASTRIANI