PENSIERI DI UN UOMO DI ETÀ MATURA

   –. A quindici anni, io osservava che un uomo di venticinque anni è già troppo ragionevole; a venticinque anni ricordava un uomo di diciotto come un ragazzo; adesso mi sembra che a quaranta anni si deve essere ancora molto giovine.

   –. Mi sono accorto che il migliore amico di un uomo è la donna.

   –. Per assicurarvi dell’amicizia di un uomo, mettetelo alla pruova. Dio vi guardi di fare lo stesso per accertarvi dell’amicizia di una donna!

   –. Non mi è riuscito ancora di decidere quale sia più felice in amore, quegli che inganna o quegli che è ingannato… Credo che bisogna risolversi per amendue.

   –. Quando più s’invecchia tanto più si amano le donne giovani. A diciotto anni ci piacciono tutte; a ventiquattro si ama spesso una donna di trentasei; ma a trent’anni si preferiscono quelle di ventiquattro; probabilmente incanutendo si finisce per amare solo le giovanette.

   –. Per lo addietro piangevo per essere mancato ad un ballo, ad uno spettacolo, ad un divertimento qualunque: col crescere dell’età sono addivenuto ragionevole; non piango più, ma mi diverto di meno.

   –. In amicizia mi piace l’accordo, in amore prediligo i contrasti.

   –. Quando si diviene innamorato, credesi non poter mai cessare di amare; quando non si è più innamorato, fa maraviglia d’esserlo stato.

   –. Procedendo nella vita si acquista esperienza, ma si perdono le illusioni; l’esperienza rende diffidente, le illusioni rendono felice: dunque, si perde più di quello che si guadagna.

   –. Quando ricordo le follie fatte a diciotto anni per cose che non meritavano tanto peso, me ne rammarico alle volte. Quando ricordo il piacere che risentivo facendole, vorrei non essere più savio affine di ricominciare.

   –. A quindici anni, io andava soletto a divertirmi a Poggioreale. A venti anni ci passeggiavo, ma non ci correva più; adesso ci vado alle volte per meditare. Tra qualche anno ci andrò certamente di meno. Quando si è vecchio, capisco bene che si preferisce dirigere altrove la passeggiata.

   –. Capisco che sia dato stancarsi del ballo, del teatro, del giuoco; ma non capisco che si sia stanchi dell’amore, della lettura e della musica.

   –. A venti anni io osservava che i capelli bianchi facevano sembrare immediatamente vecchio; ora mi sembra che non cambino nulla alla fisionomia: sono alquanti mesi che mi sono accorto di averne parecchi.

   –. Acquistando esperienza, si apprezzano al loro giusto valore le vane promesse, i discorsi ed i giuramenti degli uomini; ma ci lasciamo sempre gabbare dalle promesse, dai giuramenti e dalle paroline di una donna.

                                                                       FRANCESCO MASTRIANI