VARIETÀ. BIZZARRIA DI TESTAMENTI

 

 

   ‒ Un attore di Mobile (America) legava col suo testamento all’impresa il suo cranio per collocarsi negli accessori del teatro. Ora gli accessori essendo tutti gli oggetti che concorrono all’insieme scenico, come la macchina che imita la carrozza, il pezzo di latta che si agita per riprodurre la saetta, la polvere che si getta sul fuoco per imitare i baleni, è sorta questione fra l’impresa e gli eredi sulla collocazione del cranio.

   ‒ E poiché parliamo di capricci e anomalie testamentarie ci piace ricordarne alcune.

  ‒ Un milionario inglese morto or sono 12 anni lasciava tutta la sua fortuna ai primi tre mendicanti che si fossero per caso imbattuti per via al suo convegno funebre.

   ‒ Un filantropo dello stesso paese esigeva che suo figlio desse  tutti gli anni un pranzo di 15 coperte ai poveri ed aggiungeva che il banchetto doveva esser servito sulla sua sepoltura per tenerlo allegro nella sua ultima dimora.

   ‒ Un marito disponeva: Sebbene non abbia a lodarmi di mia moglie… anzi.., consento, non avendo eredi, di lasciarle tutti i miei beni a condizione però che si mariterà decorsi 10 mesi; così spero che un altro mi vendicherà. Se il secondo marito venisse prima di lei a morire, il mio patrimonio voglio che passi ai miei collaterali, perché in questo caso scommetto che essa avrà ucciso dai dolori il mio successore.

   ‒ Nel 1845 un avviso sul Times diceva che il signor M. D. stanco di vivere e non avendo il coraggio di uccidersi aveva consegnato al Notaro S. V. un testamento ove si lascia la somma di 300 mila franchi a colui che avesse consentito a bruciargli le cervella.

   ‒ Nel testamento del conte di B. si leggeva il seguente paragrafo: Lascio al mio maestro di casa una rendita di 6000 franchi se consente a restituire ai miei eredi quanto mi ha rubato quando era in vita.

   ‒ Lord S. volle essere sepolto in un canto del suo parco e dispose che ogni anno si andasse a prendere all’ospizio  dei Trovatelli un ragazzo e gli si facesse mangiare tutti i legumi cresciuti sulla terra ove riposava, essendo sicuro che quel giovane così alimentato avrebbe acquistato il suo carattere e si sarebbe così risoluta una questione d’alta dì fisiologia.

                                                                                                                        (Dall’Avvenire)