FATTI DIVERSI

   Un cardinale, un giorno sentendo suonare a distesa le campane della vicina chiesa, domandò al suo cameriere:

   ‒ Che annunciano queste campane?

   E quegli rispose ‒ Oggi si celebra la beatificazione del padre C…

   Il porporato, che ben conosceva la vita del padre C… soggiunse:

   ‒ Oh Dio! Questa beatificazione mi fa assai dubitare de’ Santi antichi!

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   Il dialogo seguente venne raccolto in una bettola inglese:

   ‒ Dunque, Patrick, prendeste tre mogli?

   ‒ Pur troppo!

   ‒ E quale di esse fu la migliore?

   ‒ Vi dirò – Bechey O Brien, la prima che sposai, era buona, troppa buona, e, ammalatasi dopo poco, il buon Dio la volle a sé. Allora mi ammogliai con Brigida Planegau, donna cattivissima che si ammalò, e il diavolo la portò via.

   ‒ E la terza?

   ‒ Ah! la terza, Margherita Hagerby, era peggiore della seconda, perché aveva un carattere perfido pel quale non la volle nè Dio né il diavolo, cosicché sono obbligata a tenerla io.

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   Due giovinotti passando un giorno vicino ad una signora, uno di loro disse forte:

   «Ecco la più bella donna ch’io abbia mai veduta.»

   La dama, voltandosi, e trovando assai brutto il giovine che le avea fatto quel complimento, soggiunse:

   «Vorrei dire altrettanto di voi, signore, almeno per riconoscenza; ma… Eh! via, potreste pure, imitando il mio esempio, mentire un poco».

                                                                                  (Dalle Forbici)

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   Qualche membro del Parlamento inglese ha parlato talvolta per cinque o sei ore, senza fermarsi un momento per pigliar fiato, o per bere un po’ d’acqua. Ma non si ricorda un fatto straordinario come quello avvenuto nella colonia inglese di Vancouver.

   Un membro dell’Assemblea legislativa ha parlato per diciassette ore per impedire che un bill passasse prima della chiusura della Camera; il quale bill ledeva i poveri dell’isola, mentre favoriva i ricchi coloni. I soli M. Clure e De Comost si opposero al bill, ma erano certi disgraziatamente di non raggiungere lo scopo. Nondimeno risolvettero di resistere fino alla fine.

   Il giorno dell’ultima seduta la Camera doveva essere dichiarata chiusa a mezzanotte precisa. Faceva mestieri pronunciare un discorso che durasse fino all’ora della chiusura; in tal guisa il bill poteva essere rimandato ad un altro anno.

   Quando M. Clure si alzò per parlare era mezzanotte – rimanevano dunque ventiquattro ore per giungere alla chiusura. Alle cinque della sera l’oratore parlava sempre! Era pallido come la morte, gli tremavano le gambe, e non ci vedeva più. Se voleva appoggiarsi alla tavola che aveva dinanzi, gli avversari gridavano «All’ordine: se non potete più parlare, mettetevi a sedere, levate le mani di su la tavola!» Quando metteva una gamba sopra una seggiola per riposarsi, la opposizione gridava al Presidente di levare la parola all’oratore. Per diciassette ore parlò diritto e ad alta voce.

   Gli avversarii furono tutti in gioia perché vi erano sette ora prima della chiusura. Ma allora si alzò De Camost. Dire le grida, la confusione, i fischi degli avversari sarebbe impossibile. L’oratore picchiò la mano sulla tavola e disse: «È inutile che gli onorevoli membri dell’assemblea vadano in queste furie, perché mi sono alzato con il fermo proposito di parlare, e, se fa bisogno, fino alla fine del mondo!»

   Parlò per sette ore senza fermarsi; poi, quando l’oriuolo suonò le dodici, uscì dalla Camera, guardando fieramente gli avversari.

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   Ernesto Schultz, notissimo in tutte le grandi città della Germania per la facoltà che si può chiamare unica di cambiare, quante volte gli aggrada, di fisionomia e di persona nel minor tempo possibile, si è fatto vedere ad una scelta udienza nella Egyptian Hall a Londra. Egli divide il trattenimento in quattro parti. Nella prima rappresenta varii temperamenti dell’uomo, come il bilioso, il melanconico, il sanguigno, con la sola azione dei muscoli facciali, i quali sono al suo comando in modo quasi miracoloso.

   Spetta la seconda parte la fisiologia della barba, come segno del carattere e delle occupazioni: e questo fa con un singolare apparato ottico. Nella terza fa vedere quello ch’ei chiama il suo album – cioè una serie di mezze figure di grandezza naturale che produce col suo viso e con lo stupendo gioco de’muscoli. Vien ultima una serie di tipi nazionali, e per riprodurli indossa i costumi esattissimi dei vari paesi.

   Sia lode a quei genitori che coltivano nella loro prole, fin dalla più tenera età, il sentimento della compassione e l’amore alla beneficenza. Un imitabile esempio in proposito lo offersero testé il sig. Roy direttore della compagnia reale italiana di assicurazione sulla vita dell’uomo, e la rispettabile consorte di lui. Dietro loro consigli, i loro figliuoletti, impressionati dall’aver visto una volta molte operaie camminare molli e grondanti d’acqua in tempo di pioggia, cominciarono a far risparmi sui loro giuochi e divertimenti in società con altri amici, coetanei, a fine di acquistare ombrelli per le medesime. E infatti quei cari fanciulli riuscirono in breve ad adunare cinquanta ombrelli, i quali furono distribuiti nel giorno 29 del p. p. novembre a Legnano fra le operaie dello stabilimento della ditta Eraldo Krum,della egregia signora Rey, previa estrazione a sorte del nome delle medesime, eseguitasi da un ragazzo di lei vispo e intelligente.

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   ‒ A memoria d’uomo, in Inghilterra non sono mai accaduti tanti disastri per intemperie ed inondazioni come in questo anno. Il dì 5 del corrente, e nella notte successiva un vento impetuosissimo, accompagnato da torrenti di pioggia incessante ha fatto straripare il Tamigi in diversi punti e soprattutto fra Barnes e Chisauwich, ove le acque sono sul punto di coprir il ponte di ferro e di interrompere il percorso della linea ferroviaria. Tra Esher e Egham le strade sono allagate, le comunicazioni interrotte.

   Diversi villaggi rimangono isolati. Per ora non si ha a deplorare altre morti fuor che quella d’un operaio di una manifattura presso Stratford, trascinato dalle acque che irruppero impetuose entro l’officina ove lavorava.

                                                                                    FRANCESCO MASTRIANI