TRAMA

   Fausto Fortunato Bonaventura Corlieto, giovine leone napoletano, è infelice perché la sua vita corre serena senza alcuna avversità, senza la più piccola miseria. Non ha mai gustato le delizie di una lagrima. Si decide a chiedere aiuto ad alcuni suoi amici, Achille, Gaetanino e Francesco (Mastriani, l’autore del presente scherzo comico) promettendo loro un premio di dieci napoleoni a chi saprà trovargli una vera e duratura disgrazia. Gaetanino gli propone un digiuno prolungato, ma l’idea migliore la suggerisce Francesco: una disgrazia della quale non ci può liberare neanche con tutto l’oro del mondo: una moglie.

   Dopo diverse ricerche infruttuose di una sposa adatta, la scelta cade su Graziosa, una donnetta che Fausto aveva conosciuto in casa di don Basilio, padre di Nicoletta che era una delle tante pretendenti a diventar moglie di Fausto.

   Una volta sposato, le disgrazie per Fausto non terminano: lui cercava una donna bisbetica, capricciosa, civettuola, vana, e al contrario trova un angelo di donna, una moglie che non gli da mai un solo motivo di gelosia, di collera, di malumore. Per cui decide di separarsi da questa donna insipida.

   Siccome a quell’epoca non esisteva il divorzio, Fausto propone a Graziosa una separazione domestica, grazie al fatto che il loro appartamento ha due ingressi e due rami separati. Per cu i due coniugi, potranno condurre una vita separata da buoni amici, ognuno libero di sé stesso. Ovviamente Fausto ha spiegato il motivo del suo capriccio alla moglie, che in un primo momento rimane conturbata, ma poi accetta la proposta del marito.

   Graziosa fa credere al consorte di aver preso alla lettera la sua insolita proposta, e Fausto si convince che la moglie è diventata vana e civettuola e che riceve anche degli uomini in casa; mentre ella si comporta in tal modo per riconquistare il marito, e ci riesce: Fausto in preda alla gelosia e alla disperazione, conscio di aver trovato finalmente una disgrazia, chiede perdono alla moglie e ritornano insieme: la separazione è durata un’ora soltanto!

                                                                                                                       ROSARIO MASTRIANI