UN CODICILLO

 

 

   Essendosi alcuni proprietarî lagnati di molte omissioni, in cui cademmo nel compilare il numero modello di polizzino per affitto di case, ci affrettiamo a riempire le commesse lacune, aggiungendo le altre seguenti indispensabili condizioni, alle quali dee sottoporsi l’inquilino:

   Mi obbligo parimente io qui sottoscritto di non introdurre in casa nessuna bestia di qualunque specie, tranne della specie umana; onde non potrò tenere in casa né cani (avviso a’ cantanti), né galli, né conigli, né colombi, né polli, né uccelli, né scimmie. Riguardo agli insetti, si permettono soltanto quelli che hanno il domicilio fisso vicino a’ vetri. Mi obbligo del pari di non tener teste fuori a balconi o alle finestre, che possono sempre compromettere il locale. Mi obbligo ancora di non attingere acqua al pozzo dell’appartamento, e ciò per semplice ragione che in questi tempi di mancanza di vino l’acqua ha un valore da porsi a calcolo. Non debbo applicare quadri alle pareti, né porre chiodi per nessuna ragione. Mi obbligo di non accender fuoco in casa per nessun motivo; al quale oggetto la cucina sta per semplice formalità, non potendovisi tener fuoco acceso; e ciò per rimuovere le cagioni d’incendio; siccome mi obbligo di non tener in casa né fiammiferi, né carte, né libri, né giornali, né altre materie combustibili e dannose, come anche di non permettere che si fumi. Riguardo alla maniera di vincere le tenebre della notte, mi obbligo di non far uso che della sola luce elettrica per illuminare l’appartamento. Mi obbligo parimente di non introdurre in casa persone pesanti che possono compromettere la solidità del pavimento; onde saranno esclusi dal mio domicilio alcuni artisti del S. Carlo, il bigliettinaro di S. Carlino, Pietro Suzzi dei Fiorentini, Lino Conti del Teatro Nuovo. Da ultimo il detto contratto di affitto non avrà luogo, se, oltre alla mia firma, non si obbligheranno solidalmente altre dieci firme di persone solvibili; e per persone solvibili s’intendono soltanto i negozianti di porci, di salami, di maccheroni, di baccalà e di altri generi di questa specie. Non si accettano firme di letterati, riconosciuti come insolvibili.

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                                                             Francesco Mastriani

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   Fu pubblicato sul giornale Il Palazzo di Cristallo il 16 gennaio 1856.