AFFITTI DI CASA

   Mi sono messo in viaggio per cercare un nuovo domicilio. Diogene andava in cerca di un uomo; io vado in cerca di un’abitazione. Ah! mi ricordo di quei tempi felici, in cui io facevo l’amore; in quei tempi in cui l’angelo mio mi dicea: Un tugurio ma con te! Ed io, scempio, m’immaginavo che l’angelo moglie avrebbe avuto gli stessi modesti desiderii dell’angelo innamorato. Ora so che cosa intendono le donne col loro famoso tugurio! Esse intendono, una saletta, un salottino di passaggio, un salotto di compagnia, una bella camera da letto, a mezzogiorno, uno stanzino per l’acconciatura, una stanza da pranzo, una cucina, una dispensa, un terrazzo con pollaio ed altri comodi; il tutto con parati di Francia, con mattoni a mosaico, con bussole a vento, e col maresciallo nel portone. Ecco il tugurio come lo intendono le signorine! Potenze dell’erebo! E questo tugurio costa al più poco una ottantina di lire al mese ne’quartieri alti, e un centinaio ne’quartieri bassi. E qui facciamo un’osservazione, che quanto più sudate per arrivare al vostro domicilio, meno pagate di pigione; in maniera che se ci arrivate, nell’està, senza neppure riscaldarvi, pagate come sei; se arrivate nell’inverno in sudore, pagate come uno. Così è fatto questo bricconaccio di mondo! Una metà dell’uman genere traspira; l’altra metà suda!

   Dunque, per ritornare ai fatti nostri, il tugurio ora mi costa 55 lire e 25 centesimi al mese!

   Capite voi che cosa sono tredici ducati al mese che si maturano in ogni quattro di mese? La pigione abbrevia la vita, sterilisce la mente, spoeta il cuore, avvilisce lo spirito, annebbia l’avvenire, divora i giorni e le notti. Io non so se è meglio pagare a terza o a mese. Nel primo caso respirate un poco più a lungo; ma a seconda che si avvicina l’epoca inesorabile, vi piomba addosso la terzana (la qual malattia prese sua origine etimologica dalle terze nelle pigioni) e il salasso è terribile. Nel secondo caso, voi vedete fuggire i giorni colla rapidità del baleno. Ogni volta che il sole entra in un segno del zodiaco, dovete spremervi, e consegnare ad un fratello di Adamo nove decimi del vostro stipendio, se ne avete uno. Insomma, questo fratello vostro si gode il dolce far niente; e voi lavorate per lui, sudate per lui, vi affaticate per lui. Che bella cosa è il nascere padrone di casa! Disse non so quale bestia: Poeta nascitur, orator fit: per me non so che guadagno si trovi a nascer poeta; preferirei nascere padrone di casa.

   Ma, per tornare al nostro subbietto, io m’introdussi giovedì in parecchi domicilii altrui; notai nel mio taccuino le abitazioni di molti proprietari; ma non ne vidi nessuno. Chiesi delle condizioni di fitto; sempre le stesse!

   Mi piace di trascrivere qui un dialoghetto che ebbi con uno di questi sgherri che si chiamano esattori.

   ‒ Qual è la pigione del vostro appartamentino?

   ‒ L’anno scorso se ne pagava duecentoquaranta ducati; ma questo anno, atteso che la popolazione è cresciuta di circa duemil’anime, se ne pagheranno duecentosessanta.

   ‒ Benissimo! Ciò vuol dire che i pigionali di Napoli, debbono pagare esattamente a’ padroni di casa un grano di più per ogni anima che sbuccia di più sul territorio della città.

   Andiamo avanti.

   ‒ Come si paga la pigione?

   ‒ Una mesata sempre anticipata.

   ‒ Cioè che al quattro maggio, pria di entrare nel nuovo domicilio, si deve pagare la prima mesata?

   ‒ Oibò; la prima mesata si deve pagare nel momento di conchiudere l’affitto.

   ‒ Bravo! ciò vuol dire che la prima mesata si ha da pagare quattro mesi prima che si entri nel domicilio fittato!! E, scusate, e se in questi quattro mesi un terremoto o un incendio porta via la vostra casa, chi mi restituisce  la mia povera mesata anticipata?

   ‒ Signore, questa è la consuetudine.

   ‒ Tutte le consuetudini sono a vantaggio de’padroni di casa; non ce n’è una sola che sia a pro degl’inquilini. Passiamo innanzi. Quali sono le altre vostre condizioni?

   ‒ Due firme solidali.

   ‒ Oh, questo poi non lo sperate, caro amico; giacchè di tutte le vostre consuetudini questa mi sembra la più balorda, perché chi vi assicura che la seconda firma paghi quando la prima non paga? Questo non serve che a moltiplicare le vostre spese di giudizio. È tirannica perché umiliante per un galantuomo. La legge non vi offre forse tutte le maggiori guarentigie? Io mi penso che nessun onest’uomo che sente la propria dignità dovrebbe sottoporsi a questa soperchieria della doppia firma.

   ‒ È questa la vostra opinione?

   ‒ Questa precisamente.

   ‒ Allora la mia casa non fa per voi.

   ‒ Tanto meglio! I tirapiedi m’irritano il sistema nervoso; e preferisco vedermela direttamente co’carnefici. Vi riverisco.

                                                                                         FRANCESCO MASTRIANI