AMENITÀ

   Don Francesco Quevedo de Villegas, uno dei più vivaci scrittori spagnuoli, era nato a Madrid nel 1570. Sebbene il suo spirito e i suoi bei modi gli dessero adito nelle più scelte società, pure il suo amor proprio ne lo teneva lontano, perocchè egli aveva ambo i piedi bistorti, callosi e interamente svolti in dentro che era obbligato, per nasconderli, di portare una lunga veste. E però, trovandosi una sera in una brillante riunione, ebbe la sventura di scoprire involontariamente uno dei suoi piedi. Tosto colui che se ne avvide ne fe’parte ad un altro, quindi ad un terzo, per modo che in breve tutti gli occhi furono fissati sul piede deforme del poeta, Quevedo, che riconobbe subito la cagione del riso e del movimento, ne arrossì prima, ma rimettendosi tosto, disse mostrando con compiacimento il suo piede sventurato: «È giusto, Signori, che ridiate sul mio piede, ma pure oso asserire che ve n’ha anche uno peggiore di questo nella società. Immantinente ciascuno si pose ad esaminar con attenzione i piedi del vicino cercando di scoprirvi qualche difetto ‒ «per mostrarvi che quanto dissi è pur troppo vero, eccolo.» E al tempo stesso scoprì e mostrò alla società l’altro suo piede assai più brutto e deforme di quello che si era veduto.

                                                                             FRANCESCO MASTRIANI