AMENITÀ

   Vaucanson era un giorno l’oggetto delle maggiori cortesie d’un principe estero, nonostante che vi si trovasse presente Voltaire. Dispiaciuto che il Principe lo preferiva, senza dirigere a quello neanche una parola, gli si avvicinò e gli disse all’orecchio: «Il principe fa di voi grandissimi elogi» ‒ Voltaire, indovinando la dilicata e gentile astuzia di Vaucanson, gli rispose ‒ «Ben riconosco il vostro ingegno dal modo col quale fate parlare i principi.»

.

   Un avvocato poco favorito dalla natura, e che era quasi privo del suo naso, non ben riusciva un giorno a leggere una carta, che gli si era ordinata di far sentire all’udienza. Sicché un consigliere, che per avventura era fornito di grosso naso, si rivolse agli astanti, e disse: «Vi è qualcuno tra voi che possa per poco dare gli occhiali a questo avvocato?». L’avvocato sentendosi punto, rispose: «È necessario, per potermene servire, che voi, sig. Consigliere, mi prestiate il vostro naso.»

.

   Un signore, che soffriva la stessa infermità dell’avvocato, fece un giorno l’elemosina ad un mendico, il quale nel ringraziarlo, gli disse: «Iddio vi conservi la vista!» ‒ Perché la vista? Rispose il signore. «Perché se mai per disgrazia la vostra vista s’indebolisse, voi non avreste dove mettere gli occhiali.»

.

   La vecchia principessa di C… aveva la bassezza di essere la compiacente di Mailles, e non arrossiva di tener mano negl’intrighi di questa celebre favorita di Luigi XV. La regina ad una delle sue dame che la ragguagliava di tali vergognose pratiche, rispose: «La principessa assomiglia ad una vecchia cocchiera che ama ancora il sentire lo scoppiare della frusta.»

 

   Quando Voltaire dette alla luce i suoi Elementi della Filosofia di Newton messi alla portata di tutti, ne inviò una copia a tutt’i dotti di Parigi. L’abate Desfontaines nel render conto dell’opera la encomiò molto; di che Voltaire sarebbe stato contento, se il ghiribizzo di dire un beau mot non avesse fatto uscire da’ limiti l’abate. Il quale alla fine della sua analisi aggiunse che tra gli errori di stampa, che aveva rinvenuto nell’opera, ve n’era uno essenziale da correggere così: in vece di leggere: Elementi della Filosofia di Newton messi alla portata di tutti, leggete: messi alla porta da tutti.

.

   Il conte di Leicester, spinto da ardente zelo, faceva i maggiori sforzi per distogliere Elisabetta dalla crudele risoluzione di mandare sul palco la sventurata Maria Stuart; e le metteva innanzi le conseguenze dispiacevoli per lei stessa d’una misura presa ab-irato.[1]

«Riflettete, le diceva, che l’infamia di tale esecuzione ricadrà sulla vostra persona; è un oltraggio che si fa alle teste coronate» ‒ Come dunque disfarmi di questa donna? Esclamò con ira l’implacabile Elisabetta – Signora con farla finire con decenza, rispose il Conte compreso da sentimenti di commiserazione – Ma che significa con decenza? ‒ riprese la regina. L’astuto cortigiano soggiunse: «Non potrebbe Vostra Maestà inviarle un medico di corte in vece d’un carnefice?»

.

                                      FRANCESCO MASTRIANI

.

[1] Chi è in preda all’ira (nota di Rosario Mastriani).