Il commento del professor Guardiani è molto esaustivo, per cui ho poche cose da aggiungere.
Nell’Avvertenza l’autore ci tiene a sottolineare che non è la storia del «Leone di Svevia» che vuole raccontare, ma alcuni importanti particolari della vita di Federigo. E infatti parte del romanzo è dedicata a Federigo II di cui ne descrive vizi e virtù: Questo principe avrebbe superata la gloria di Augusto e Leone X dove bruttissimi vizi non avessero contaminato il suo carattere e deturpata la sua fama [1].
Un intero capitolo è dedicato a Federico letterato e poeta; Mastriani lo descrive: Una delle più grandi figure storiche del decimo terzo secolo [2]; L’Italia deve in gran parte a Federigo II la creazione della bella lingua in cui poetarono di poi l’Allighieri, il Petrarca, il Tasso, l’Ariosto [3]
Molto spazio e è dedicato alla storia degli Svevi, cominciando da Federico Barbarossa.[4]
Francesco Mastriani è decisamente contrario alle teorie del destino, portate avanti da un protagonista del romanzo, l’astrologo Almodad: ricusiamo affatto la teoria del destino, contraria allo spirito del cristianesimo che professiamo [5].
Nel capitolo in cui è descritta la dipartita da questo mondo della regina Violante, ci troviamo una lunga digressione sulla morte e su cosa ci sarà nell’altra vita: Perché ci trasse Iddio dal nulla per condannarci alla galera della vita? A’morti è noto un tal mistero, o rimasero essi nella ignoranza delle supreme cause? [6].
Ci è un punto di somiglianza tra il giorno e la vita, tra la notte e la morte. la luce del giorno è per noi come il velame del corpo che ci nasconde l’infinito. La notte, come la morte, apre alla nostra vista i mondi che popolano l’infinito creato. Iddio ha posto ne’ cieli i grandi misteri che ci saranno rivelati dopo la morte. la notte solleva un velo di questi misteri.[7]
ROSARIO MASTRIANI
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[1] Francesco Mastriani, Jelma o la stella di Federigo II di Svevia, Napoli, G. Regina, 1877, vol. I. pag.102.
[2] Ibidem, vol.II pag.98.
[3] Ibidem, vol.II, pag.101.
[4] Ibidem, vol. I, pag.58.
[5] Ibidem, vol.I, pag.60
[6] Ibidem, vol.I, pag,30.
[7] Ibidem, vol.II, pag.28