CRONACA DEELLA SETTIMANA. 6 GENNAIO 18676

   È voce che il nostro Re Vittorio Emanuele si rechi in Napoli ed in Sicilia nel corso di questo mese di Gennaio.

   Noi facciamo voti che l’Augusto monarca venga ad allietare di sua presenza questa città, non seconda a nessuna altra d’Italia nel rispettoso amore per lui. La visita del Re d’Italia animerebbe eziandio il commercio, che appo noi tanto soffrì nel volgere dell’anno ora scorso.

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   Una circolare del ministro delle Finanze dispone che per tutto il 12 gennaio corrente vengano pagate al Tesoro tutte le marche da bollo.

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   Si aspetta in Napoli tra breve la Gran Duchessa Maria di Russia. Sua figlia la Principessa Stefania di Leuchtenberg è già arrivata a Napoli.

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   È anche in Napoli S. A. R. la Principessa di Oldemburgo; ed ha presso stanza nell’Albergo della Vittoria.

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   La questura di Napoli ha formato una statistica de’crimeni commessi in tutte le classi nella città di Napoli.

   Questa statistica porta la cifra di 839 crimeni e di 600 arresti eseguiti. Tra questi ultimi sono da annoverare 300 arresti di oziosi e di vagabondi.

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   Questa è la settimana de’biglietti di visita. Ogni galantuomo che non abbia un cognome della specie degli Espositi si fa incidere su un certo numero di cartoncini quadrati o bislunghi o romboidali o pentagonali, nello scopo di ricordarsi agli amici, che pensano tanto a lui quanto pensano al papa, in questa grande solennità del Capodanno. E come piovono le corone ducali, principesche, baronali! Non ci è lustrastivali o spazzino o nettacessi che non abbia il suo stemma. Voi vi ritirate a casa co’vostri cancheri dalla parte del capo; e certo, voi dovete averne la vostra buona porzione in questi tempi, in cui i maccheroni si vendono a 16 soldi il chilo, il pane a 10 soldi e il sale a 15 soldi!! ed ecco quell’imbecille del vostro portinaio che vi consegna un paccottino di carte da visita, su cui voi gittate un occhio distratto. A giudicarne da que’cartoncini, le vostre amicizie e conoscenze si aggirano tutte nella nobiltà, mentre è noto che avete trattato sempre con buoni ed onesti borghesi in berretto di cotone e in soprabito rapè. Voi fate le più grosse maraviglie nel leggere, per esempio, Nicola Straviso, Cavaliere de’ SS. Maurizio e Lazzaro; Gaetano Gallinella, fabbricante di fiammiferi, de’Baroni, ec.; Pasquale de’Porci, negoziante di letame, de Marchesi ec. E voi perderete la bussola quando leggerete tradotti in lingua francese i nomi anche di certi maccaronacci che in vita loro non hanno neppur sospettato che nel mondo fosse un paese addimandato la Francia. Figuratevi che bella figura ci fanno certi nomi e cognomi impastati nella gallica madia! Figuratevi un Donatantoine Pacchione, un Zebèdèe Sciascillo, un Petronille Pepillo, ed altri cento che potremmo citare di questo stampo.

   Se io fossi suprema autorità, manderei in Francia esiliati in perpetuo tutti quelli che si vergognano di essere italiani, ed infrancesano financo le loro carte di visita.

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   Qualche giorno prima di Natale giunse alla barriera doganale una bara chiusa. Era questo un genere nuovo d’importazione. Fin’oggi, per quanto è a nostra conoscenza, non si era verificato ancora nessuno contrabbando di morti; né sappiamo se la tariffa de’dazii indiretti abbia fissato una tassa su i cadaveri. Gli ufficiali doganali posero le mani addosso alla cassa; e quale fu la loro sorpresa allorché vi trovarono prosciutti, cacicavalli, capponi, capitoni ed altri generi natalizi!

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   Il nostro provvido Municipio ha stabilito, siccome è noto, le latrine gratuite pe’ poveri. Non sappiamo lodare abbastanza un tal provvedimento inteso a serbare, quanto è possibile, la nettezza delle strade. Ma, siccome suole intervenire in tutte le umane cose, il ridicolo caccia sempre il capo anche nelle più serie faccende; e il pedantismo guasta sovente le migliori provvidenze.

   Alla latrina sita …., la quale ha una sezione pe’poveri, si presentò ieri l’altro un uomo vestito con una certa decenza; e, invece di entrare nella sezione a pagamento, entrò in quella dove la digestione ha il suo gratuito compimento. Il custode della latrina, visto che quell’uomo non presentava l’aspetto di un povero, lo fermò, e

   «Voi non avete il diritto di godere dell’ammissione gratis» gli disse.

   «Perché?» dimandò quegli che area non poter perdere un momento di tempo.

   «Perché non siete… nel bisogno».

   «Come! Io mi trovo anzi nel bisogno più urgente!».

   «I vostri vestiti non mostrano il vostro stato».

   «Che diascine mi andate frullando! Sarebbe curioso che un uomo avesse a mostrare ne’suoi vestiti i suoi bisogni! Vi ripeto che io mi trovo in gran fretta, e non ho i centesimi dieci».

   «Mostratemi la vostra fede di povertà».

   «Io non sapevo che ci fosse bisogno di questa fede».

   «Ed io non posso permettervi il gratis. Da d’uopo che i vestiti mostrino il bisogno».

   Allora quell’uomo, vinto dalla prepotente necessità di natura, die’un gran sospiro; e, rivoltosi pacatamente a quel custode, gli disse:

   «Ora sì che i miei vestiti possono mostrarvi il bisogno in che io mi trovavo».

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   Un furto considerabile di parecchie migliaia di lire è stato fatto nella scorsa settimana al negoziante signor Ferdinando Pacilio.

   Nella sezione Vicaria fu trovata giorni fa in una casa una vecchia fantesca barbaramente sgozzata. Pare che la questura abbia messo le mani sull’autore di questo nefando delitto, commesso per furto. L’assassino avea riportato una leggiera ferita alla mano, forse nella colluttazione colla propria vittima.

   Nella sezione Pendino, e proprio lungo la strada de’Tribunali, mentre una donna del contado transitava per quella via, un uomo le si avventò di dietro, e le strappò con forza gli orecchini, cagionando alla misera un vivissimo dolore per cui ella gittò altissimo grido. Il ladro venne tosto afferrato da due carabinieri e consegnato alle competenti autorità.

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      È giunto tra noi il ministro della Pubblica Istruzione Comm. Berti, ed ha preso alloggio nell’Albergo di Russia.

   Egli è venuto in Napoli per ispezionare i Corpi insegnanti, gli Educandati e le scuole.

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   Il caro de’viveri in Napoli ha fatto risorgere in vaste e mostruose proporzioni l’usura e il monopolio. Noi additeremo le forche caudine sotto le quali i carnefici del povero, gli usurai, fanno passare le loro vittime. Dichiarando guerra spietata a questi nemici di Dio e del prossimo, intendiamo richiamare l’attenzione delle Autorità su i vermi che si danno a questo nefando mestiero.

                                   FRANCESCO MASTRIANI