CRONACA DELLA SETTIMANA. 28 APRILE 1867

   Dall’on. Sindaco di Napoli si è messo fuori il nuovo regolamento sul corso pubblico: sono stabilite in esso le tariffe per le carrozze da nolo a due cavalli e per le carrozzelle ad un cavallo. Lodando questo provvedimento inteso  rimuovere non pochi inconvenienti, facciamo due osservazioni: 1. Perché le carrozze de’figli del lusso non vanno soggette anch’esse alla savia ordinanza delle lanterne accese quando percorrono di sera le vie della città? Ricordiamo a chi spetta che non bisogna avere visceri troppo tenere per le classi possidenti, le quali, in sostanza, non valgono quanto quelle degli onesti industriosi. 2. Perché s’impongono leggi, ordinanze e regolamenti su le carrozze da nolo, che sono una piccola proprietà, mentre si lascia a’padroni di casa la piena licenza ed impunità di scorticare il prossimo con le più scandalose ed infami usure? La carrozza è proprietà come la casa, colla differenza che quella è lusso e questa è bisogno. Se la proprietà è sacra ed inviolabile, perché imporre leggi al proprietario d’una carrozzella, che pur non è così indispensabile alla vita come il tetto? Se la proprietà invece può patire leggi e regolamenti nel suo pubblico uso, perché si lascia a’padroni di casa la piena libidine di abusare della indispensabilità di un ricovero?

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   Nella passeggiata del giovedì e del venerdì santo si notò l’assenza della così detta aristocrazia. Ciò pertanto non debbe arrecar maraviglia. Avreste forse voluto che gli aristocrati avessero tocco la terra co’piedi, per essere assimilati al resto de’mortali? Questa gente co’fiocchi non passeggia che in carrozza per non lordarsi i magnanimi lombi col contatto de’borghesi.

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     Un fattorino della posta mercoledì mattina andava domandando per la Strada Speranzella chi potesse dargli notizia di un curioso indirizzo concepito in questi termini:

   Questo letere a al sigore opuopiniello M… va manno Carulina vico tirado Speranzella nascuso del mamma.

   Crediamo che la traduzione di questo ibrido messaggio debba essere questa:

   Questa lettera al sig. Giuseppe M… ve la manda Carolina, Vico Tiratoio alla Speranzella, di nascosto della madre.

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      Venerdì santo a sera in una casetta presso la chiesa di S. Biagio al Pendino fu trovata uccisa una donna incinta. L’Autorità di P. S. è su le peste dell’assassino.

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      Nel vico dell’Università giorni addietro cadea miseramente da una terrazza una giovanetta che rimase all’istante cadavere.

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   Un nuovo giornale in fascicolo è venuto a luce in Torino col titolo L’Egeria: Rivista universale di politica, letteratura, legislazione ed arti. A giudicarne dal 2° num. Che abbiamo sott’occhio, ci sembra questo un pregevole periodico che si raccomanda ad ogni classe di lettori.

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   Venerdì santo a sera assistemmo ad un’accademia sacra che si die’ nella sala del Collegio dei Nobili al vico Nilo. La musica espressamente scritta per la religiosa solennità, è opera del maestro Achille Montoro. L’accademia fu divisa in due parti. Il canto fu quasi tutto sostenuto dalle valenti e distinte dilettanti signorine Gallo, de Angelis, Ruggiero, Puglisi e da altre che si prestarono a cantare nei cori. Ci sembra superfluo il dire che tutti gli esecutori della parte vocale si prestarono gentilmente. Senza far torto a nissuna delle prelodate signorine, dobbiamo fare particolari elogi alle signorine Ernestina Puglisi e Geremia Ruggiero (contralti) che si ebbero l’onore del bis ne’loro assoli. La voce della Puglisi è tale che potrebbe con indubitabile buon successo sostenere il cimento delle primarie scene liriche; e noi la consigliamo a smettere il pregiudizio che ancora allontana dalle scene tante belle vocazioni che vi otterrebbero gloria e fortuna.

   La musica del maestro Montoro ci parve rispondere al carattere del solenne subbietto. Sobrio ed accurato strumentale, buona distribuzione delle voci ne’cori, unità di concetto in tutt’i pezzi, furono i pregi maggiori che si ammirarono in questo bel lavoro del Montoro.

   I reputati maestri Giannetti e Migliaccio si prestarono, unitamente ad alcuni socii del circolo Bonamici, nella buona esecuzione della parte strumentale.

   Ci duole pertanto il dover dire che poco numeroso era l’uditorio. È davvero deplorabile sventura degl’ingegni del nostro paese, i quali non si veggono quasi mai incoraggiati da’proprii connazionali. Muoiono qui nella miseria i Vico e i Pergloesi, mentre alle ballerine si profondono tesori, ovazioni, sonetti e ghirlande.

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   Numeroso fu il concorso dei nostri popolani al santuario della Madonna dell’Arco nel lunedì dopo Pasqua. Dura tuttavia presso noi la superstizione congiunta alla gozzoviglia ed alla ubbriachezza.

   Non mancarono i disastri nel precipitoso ritorno delle carrozzelle. Una di questa che correva a tutta scappata ribaltò, rovesciano al suolo una intera famiglia, che rimase malconcia in tale disastro. Molti oggetti di valore che portava addosso una delle donne che erano nella carrozzella sarebbero andati perduti nella folla, in cui non mancava qualche industrioso, se un giovane tipografo a nome A. di P. non si fosse dato premura di raccogliere gli oggetti sperperati e consegnarli alla donna, dopo ei averle arrecato tutt’i soccorsi che il suo stato richiedeva.

                        FRANCESCO MASTRIANI