CRONACA DELLA SETTIMANA DEL30 DICEMBRE 1866

   La scorsa settimana è stata poco feconda di avvenimenti. Un tempo serenissimo ha favorito gli ozii delle feste natalizie. La classica passeggiata del Natale alla Villa Nazionale, che noi chiamiamo la passeggiata della digestione, fu brillantissima più del solito; ed avemmo a notare certe mascherate che avrebbero fatto furore se fossimo stati in carnevale. Il delirio de’capelli è nel suo massimo parossismo. I chignons pigliano proporzioni così spropositate che sono venuti in sospetto. In fatti, ultimamente fu arrestata alla barriera doganale una signora, che avea nascosto nel suo chignon un paccotto di sigari.

   A proposito di mode, vogliamo essere i primi ad annunziare alle nostre dame una novità. Si è visto a Parigi, in un magnifico phaèton, una dama dell’alta aristocrazia che portava sospesi al suo così detto cappello alcuni piccoli campanelli d’oro. La novità sarebbe graziosa se non fosse limitata da’cavalli di posta.

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   Leggiamo nella quarta pagina di parecchi nostri giornali il seguente annuncio:

   ‒ Mezzo facile per crearsi una rendita di circa lire 10 al giorno con un lavoro piacevole – L. 1 – dirigersi al signor Hippolite Salvi – Prato (Toscana).

   Noi conosciamo parecchi industriosi qui in Napoli, i quali, senza aver letto il libro del signor Salvi, sono giunti a crearsi una rendita anche maggiore di lire 10, non dandosi altro fastidio che quello di mettere graziosamente in circolazione i loro piccoli capitali.

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      Giovedì mattina, un giovinotto decentemente vestito entrò nel portone N.° 10 al Vico Berio, e domandò alla portinaia a che abita il signor C…

   La portinaia gli disse il piano; e questi salì. Alcuni minuti erano scorsi, e il giovinotto, disceso dal piano indicatogli, si appressò nuovamente alla casetta a terreno del portinaio, ch’era assente, e disse alla costui moglie:

   «Buona donna, la signora C… vi prega di recarvi all’ufficio di suo marito a S. Giacomo e dirgli di tornare subito a casa per urgentissimo affare di famiglia».

   La portinaia obbiettò che, stando fuori suo marito, ella non potea lasciare il suo posto di guardiana del palazzo. Ma il giovinotto, insistendo su la necessità di andare a chiamare immediatamente il signor C… per cosa di grave momento, si offerì di rimaner lui a custodia del palazzo e della casetta della portinaia.

   L’aspetto del giovinotto era decente ed onesto. D’altra parte, se questi fosse un ladro, come poteva essere così bene informato delle faccende della famiglia de’pigionali signori C…?

   Queste rapide considerazioni indussero la portinaia a muoversi per trarre a S. Giacomo; ma, volendo adottare un provvedimento di precauzione, chiamò un suo figlioletto, e segretamente gl’ingiunse di stare in sentinella alla casa mentr’ella era fuori per servigi.

   Ciò fatto, ella abbandonò il suo posto per andare a chiamare il signor C…

   Pochi minuti erano appena scorsi dacché la donna rasi allontanata, che il giovinotto, dando segni d’impazienza per la tardanza della portinaia, disse al fanciullo rimasto di guardia:

   «Io non posso rimanere qui più oltre. Va, ragazzo, e vedi al cantone del vicolo se arriva tua madre».

   Il fanciullo, di nulla sospettando, e forse voglioso anch’egli di svignarsela presto per andare a riprendere i suoi giuochi, si allontanò, e andò a piantarsi al canto del vicolo su la strada Toledo per vedere tornare la mamma.

   Intanto, costei, adempito all’incarico ricevuto, se ne tornava al portone al Vico Berio, quando per via si imbatté col giovinotto che scappava in tutta fretta.

   «Ho adempito allo incarico ricevuto, disse la donna – il signor C… tornerà a casa a momenti».

   «Bravissimo! esclamò il giovinotto – La signora vi regalerà da bere».

   E scappò come un fulmine.

   La sera il marito portinaio tornò a casa, e sentendo freddo chiese alla donna sua il cappotto, che costei non poté ritrovare. Allora ella si die’ un colpo in fronte ed esclamò.

   «O Madonna! Il tuo cappotto, l’aveva quel giovinotto addosso; ed io, bestia, non l’ho riconosciuto!».

   «Qual giovinotto?» chiese il marito aggrottando le ciglia.

   Senza rispondere a questa interrogazione, la donna gittò un’occhiata su una sedia, dove avea lasciato parecchie lenzuola, colle quali dove a quella sera mutar la biancheria del letto. Le lenzuola erano sparite!

   La donna spiegò allora al marito l’incredibile furto, e soggiunse:

   «Oh Santa Vergine! Ed io gli ho visto, pure un fagotto sotto il braccio».

                                                                                                              FRANCESCO MASTRIANI