ELOGI FUNEBRI  

   Tra gli strani abusi che suolsi fare delle lettere, e tra gl’inganni a cui suole andar soggetta la verità, debbasi annoverare quello sì comune degli elogi funebri. La voce solenne che si innalza su una tomba per ricordare ai concittadini le virtù dell’estinto non è spesse volte che una voce menzognera, comprata dal favore, dall’opulenza, dal basso intrigo. Si scioglie un epitaffio per portare l’adulazione insino al di là del sepolcro; e quei fiori di eloquenza, accompagnati da calde e sincere lagrime, che esser dovrebbero l’esclusivo retaggio della virtù vera e del raro ingegno, diventano ancora l’omaggio servile e bugiardo del vizio inorpellato e dall’altera mezzanità. Ben è vero che le dolorose parole dettate da un cuore esulcerato sul feretro dell’uomo virtuoso trovano un’eco simpatica e dolente negli animi di quanti conobbero il rimpianto trapassato; ben è vero che portano alta e spontanea testimonianza delle virtù di lui le lagrime che ne accompagnano per lungo volger di tempo la cara memoria; ma ciò nulla di meno crediamo che più giusta e riserbata esser dovrebbe la parola che si alza a giudicare di un uomo, che è passato al tremendo giudizio di Dio. Se la carità cristiana impone silenzio e rispetto sulle ceneri di chi trasse vita non iscevra di colpe o di vizi, la verità comanda che taccia parimente l’encomio bugiardo e vanitoso, invece del quale meglio sarebbe unire un’umile e affettuosa prece a quelle che la Chiesa innalza pel riscatto dei peccati. È mestieri col vivere bene procurare di meritarsi le lodi dopo la morte. Or chi vorrà darsi il fastidio di essere virtuoso quando sa che a torto o a ragione non gli mancheranno adulatori al di là della tomba? Ottimo ci sembra il pensiero che si ebbe, se non andiamo errati, il vicario di Wakefield, descritto da Goldsmith, il quale fece l’epitaffio di sua moglie ancora viva ed il pose in sul piano del camminetto, affinchè la moglie, leggendolo ad ogni momento, ricordasse di dover vivere appunto come indicava l’elogio destinato a coprire la sua tomba.

   Tra i costumi antichi ci piace di riferire quel che si avevano gli Egiziani per giudicare della condotta degli estinti, e che contribuiva a rendere quel popolo saggio e dabbene. Eravi un lago cui bisognava attraversare per giungere al luogo della sepoltura: sulle ripe di questo lago si fermava il funebre convoglio. Allora, una voce terribile si levava: «Chiunque tu sii, rendi conto alla patria delle tue azioni. La legge t’interroga, la patria ti ascolta, la verità ti giudica». Allora l’estinto compariva senza titoli e senza aderenze, ridotto a sé solo, e scortato solamente dalle sue virtù o dai suoi vizi. Quivi svelavansi le colpe segrete del defunto e quelle che il credito e le relazioni del mondo avevano soffocate durante la sua vita. Il cittadino convinto di non aver osservato le leggi era condannato; e la pena era l’infamia; ma il cittadino virtuoso era premiato da un pubblico encomio: l’onore di pronunziarlo era serbato ai parenti. Riunivasi la famiglia; i figliuoli venivano a ricevere lezioni di virtù, e udivano lodare il loro genitore. Il popolo vi traeva a folla: il magistrato vi presedeva. Celebravasi allora l’uomo giusto all’aspetto delle sue ceneri; ricordavansi i luoghi, i momenti e i giorni in cui egli avea fatto azioni virtuose; veniva ringraziato dei servigi renduti al paese; e il suo esempio era proposto a quelli che avevano ancora a vivere e a morire.

   Vogliamo ricordare i seguenti bei versi del Byron a proposito del suo epitaffio:

,

   My epitaph shall be my name alone:

If that with honour fall to crow my

                                               clay,

Oh! May no other fame my deeds repay!

That, only that, shall single out the

                                               spot,

By that remember. Or with that forget. [1]

                                                                        FRANCESCO MASTRIANI

.

[1] Il mio epitaffio sarà solo il mio nome

Se quello con onore non corona la mia argilla,

Oh! che nessun’altra fama ripaghi le mie azioni!

Quello, solo quello, individuerà il punto;

Con quello ricordato, o con quello dimenticato.