FATTI DI PARIGI. 21 APRILE 1867

   Khalil-Bey, Mustafà-Pascià ed il principe Nariskine sono le tre grandi notorietà di fortuna esotica, che quest’anno sonosi segnalate nel gran movimento della vita parigina. Questi tre personaggi avevano risoluto di scegliere Parigi per loro residenza di predilezione. Mustafà-Pascià in effetti ha fatto bellissimi acquisti di poderi in Francia, sicché non solo Parigi avrà quanto prima un magnifico palazzo, ma anche a Nizza. Khalil-Bey si è parimente ivi fissato. Il principe Nariskine andava in cerca di qualche bella dimora per istabilirsi anch’egli splendidamente. E, mentre volgeva le sue mire or qua or là, è divenuto in un tratto, e per mero caso, aggiudicatario d’una magnifica villa nel bel quartiere del Ranelagh presso il bosco di Boulogne

   Il principe in questi ultimi giorni andò a pranzo da un altro principe suo amico, russo come lui, e portatore d’un chiarissimo nome. Il pranzo fu magnifico, durante il quale si parlò molto e si fe’mostra di spirito. Al dessert comparve un oggetto attenente al servizio della tavola, il quale fissò l’attenzione dell’invitato: questi non ristava di ammirarlo; e, come il suo ospite pareva che non ne tenesse gran conto, così il primo si fece a dirgli che sarebbe stato lieto di possederlo e ne offrì un prezzo a caso.

   «La mia credenza senza quell’oggetto – rispose l’altro – perderebbe tutto il pregio, sicché sarebbe meglio disfarsi in una volta dell’intero servizio».

    «Ebbene – disse il principe – compro io tutto».

    «Vi acconsento».

    «E anche il palazzo?» continuò il principe.

   «Sia».

   «E la cantina?».

   «Benissimo».

   «E i mobili?».

   «Sono d’accordo».

   «Ed i cavalli e le carrozze?».

   «Tutto in somma!».

   «Il prezzo?» soggiunse in fine il principe.

   «Per 400,000 franchi!».

   «Per 400,000 franchi il palazzo è mio; ma ad una condizione».

   «E quale?…».

   «Che voi lasciate il palazzo stasera, dopo il pranzo, e che io ne resti assoluto padrone. Voglio in somma dormire  in mia casa questa notte, se compro il palazzo».

   «La clausola è troppo spiritosamente eccentrica perché io non mi vi sottoscriva».

   «Dunque tutto è stabilito».

   Si assicura, ed è la parte delle mille ed una notte dell’avventura, che, seduta tenente, la enunciata somma fu messa sulla tavola in biglietti ed in oro. Il contratto fu conchiuso. Ed alla fine del pranzo, il principe venditore ordinò che si facessero i preparativi per tosto partire, ed il principe compratore prese possesso del luogo, in cui poche ore prima non era entrato che da semplice visitatore.

   Ecco come la nella villa del Ranelagh appartiene oggi al principe Nariskine.

                                                                                                             FRANCESCO MASTRIANI