FATTI DI PARIGI. 28 APRILE 1867

   Un giovine di 19 anni, chiamato Emilio B…, entrato in uno spaccio di tabacchi a Parigi, nel pagare i sigari lasciò vedere il suo portamonete ben ricolmo di marenghi. Poco dopo, egli si fermava ad esaminare vari dipinti presso un negoziante di quadri, quando un uomo che avealo veduto nello spaccio di tabacchi gli si accostò e gli rivolse la parola, formulando delle osservazioni critiche su un quadro. Il giovine Emilio B... rispose alla sua critica, e di qui nacque una discussione che fu prolungata camminando ambedue insieme. Lo sconosciuto, fingendo di provare un gran piacere nella conversazione col signor Emilio B…, lo invitò a desinare con lui con modi così cortesi da non poter ricusare.

   Si recarono in un restaurant in via  Saint-Martin

   Il pranzo fu abbondante. Il cavaliere d’industria fece servire dei vini fluissimi; e spinse il suo convitato ripetutamente a bere.

   L’anfitrione, vistolo brillo, lo condusse presso il comptoir, e disse al padrone del restaurant:

   «Mio cugino ha bevuto molto, ed ora il conduco in una farmacia per fargli prendere qualche rimedio che dissipi i vapori alcoolici che ha alla testa. Tenetevi per ora la catena d’oro con l’orologio – ed in ciò dire la tolse al sig. B. per consegnarla al trattore – Noi la riprenderemo quando torneremo per pagarvi il conto».

   Nello scendere dal restaurant, il nostro cavaliere d’industria alleggerì le tasche del signor B. togliendogli il sospirato portamonete. Arrivati nella farmacia, gli fece somministrare una limonata gassosa, e poi, chiamati dei sergenti di città:

   «Ecco – disse loro – un povero giovine che s’è messo in una triste condizione. Per la sua sicurezza sarebbe necessario menarlo al posto di guardia. egli potrebbe essere derubato».

   Gli agenti della polizia videro che Emilio era in uno stato deplorevole di ubbriachezza, e lo condussero al posto di guardia.

   Il cavaliere d’industria allora ritornò al restaurant; pagò il conto col denaro del portamonete di Emilio, e ritirò la catena con l’orologio.

   Qualche ora di riposo sui banchi del commissariato di polizia aveva tornato alla ragione il povero Emilio, sicché questi si accorse che era stato vittima di un furto considerevole, e denunziò il fatto.

   Il cavaliere d’industria è stato arrestato e messo sotto procedimento penale.

                                                                          FRANCESCO MASTRIANI