GIUOCHI DI SOCIETÀ

    La pecora

«Hai veduto la mia pecora?».

«Sì, ho veduto la tua pecora».

«Sai che fa la mia pecora?».

«Sì, so che fa la tua pecora».

«Sai tu far com’ella fa?».

«Sì, bee, bee».

Ecco in che consistono le dimande, che reciprocamente si fanno i giuocatori.

L’astuzia di questo giuoco consiste nel chiudere gli occhi tutte le volte che si risponde. Quando non si chiudono per dimenticanza, si mette un pegno.

Al più sciocco, allorché chiude gli occhi e fa il verso della pecora, si mette della semola in bocca.

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   Mosca cieca seduta

Per fare il giuoco della Mosca cieca seduta, la brigata si dispone in circolo sedendo in seggiole assai vicine le une alle altre. Quegli, che la sorte ha scelto, e che ha volontariamente accettato l’incarico di Mosca cieca, riceve la fascia della sua carica, cioè un fazzoletto bianco, che gli vien posto sugli occhi da una donna, se la Mosca cieca è un uomo, o da un uomo, se una donna è incaricata di questa penosa parte.

Quando si è ben accertati che la Mosca cieca, più cieca d’Amore, non può vedere gli oggetti che la circondano, ognuno cambia rapidamente il posto, affinchè la sua stessa memoria non possa aiutarla, se anche volesse valersene. Allora ella si avvicina al circolo senza tastare colle mani, cosa che le è proibita; si porrà a sedere sulle ginocchia del primo che incontra, senza mai porre le sue mani né su le vesti, né sopra alcuna parte del corpo di quello, soltanto col tatto che può avere prendendo leggermente la seggiola vivente, che la porta, oppure coll’ascoltare gli scoppi di risa rattenuto, che eccita sempre per la bizzarra maniera con cui è costretta a scoprir terreno, e finalmente collo stropicciare i panni altrui contro i proprii, il cui rumore indica ordinariamente il sesso della persona, che il veste; e con questi mezzi è obbligata di dire il nome di quello o di quella, sopra cui si trova a sedere, e nel caso che non ne sapesse il nome, di descriver l’una o l’altro in maniera da farli riconoscere.

Se la Mosca cieca s’appone e indovina bene, la persona indovinata prende il posto di lei, riceve la stessa fascia, e fa le stesse ricerche; al contrario, se essa s’inganna, la conversazione batte le mani per avvertirla del suo sbaglio, ed essa passa su le ginocchia d’altra persona, dove fa gli stessi tentativi; e così di seguito, finchè abbia adempito le condizioni impostele, che sono di non lasciar la benda o fascia di Mosca cieca, che quando può consegnarla ad un’altra persona, dopo averla conosciuta co’mezzi soli permessi dal giuoco.

È uso che la conversazione, per impedire alla Mosca cieca di conoscere troppo presto la persona, si faccia lecite alcune maliziette che prolungano il suo errore. Per esempio, chi stende sopra le sue ginocchia la gonnella della sua vicina; chi copre le sue cosce coi cuscini de’sofà, perché il cieco neofita vi sieda più soffice. Le donne vestite di seta evitano lo strofinamento di questo indiscreto tessuto, coprendosi di altri panni: ognuno creca di nascondere il suo sesso, la sua persona e fino la sua respirazione.

                                                                       FRANCESCO MASTRIANI