I PAESI BASSI

   Signori, i Paesi Bassi stanno al ribasso; e fra qualche giorno staranno freschi, giacchè a’loro confini sta minaccioso il palo de’germani Buislay di felice sancarlesca memoria. Gli automi sono sempre pieni di zelo e di buon volere per ben servire il pubblico, non sono fiscalmente indisposti, e sono esatti nel disimpegno del loro dovere. Ma che volete! L’uomo è uno strano animale! Egli vorrebbe per esempio, che i signori Marchand e Ellemberg cambiassero ogni giorno l’esposizione de’loro quadri, e trova che que’ruzzerielli vanno e vengono senza conchiuder niente, che quel ballo sulla corda è magnifico ma è sempre lo stesso; e trova insomma tutte quelle cose che trovano gl’innamorati quando si sono seccati di far l’amore colle loro belle.

   Abbiamo avuto per ultima novità il Mar Glaciale. Ecco almeno qualche cosa che ci consola nella calda stagione che si prepara. L’illusione è completa! Voi vi trovate al polo artico tra gli orsi bianchi che rassomigliano a tante vaccarelle e alle balene che sembrano cefalotti. Le cannonate che i bastimenti sparano per rompere i ghiacci sono imitate a perfezione; e l’effetto della lontananza era tale che ci è sembrato udirle davvero da’paraggi della Nuova Zembla. Bellissimo è il combattimento de’Marini coll’orso bianco, il quale si rimane ritto e immobile a’colpi de’suoi avversari, e agita solamente le due zampe davanti per indicare che egli è vivo ancora, e come se volesse assicurarli che non farà loro alcun male.

   Abbiamo avuto uno studio di astronomia solubile da digradarne i più eruditi trattati. I signori Marchand e Ellemberg hanno voluto provare che i Paesi Bassi si occupano anche delle cose alte, e vi trasportano in cielo a’soavi accordi di quel caro e tenebroso pianoforte, che crediam suonato anche automaticamente per la regolare costanza de’pezzi che regala alla solita colta udienza.

   Il teatro meccanico de’Paesi Bassi vuol cacciare un pubblico di De Gasperis, vuole erudire gli spettatori e metterli ne’segreti del sole, della luna e degli altri pianeti sempre solubili (vocabolo che dalle farmacie è passato alla meccanica ed all’astronomia).

   Chiudono lo spettacolo le solite vedute sempre solubili, e il solito guazzabuglio che fa male agli occhi. Si ringrazia la colta udienza e il solito motto che comparisce alla fine del guazzabuglio. Signori Marchand e Ellemberg, noi vi perdoniamo perché siete paesibassiani; ma vi facciamo amichevolmente osservare che quella che vien da voi non è già un udienza, a meno che non intendiate che spenda il suo danaro per udire l’automatico pianoforte, mentre ben sapete che si pagherebbe qualche cosa di più per non sentirlo. Il pubblico che vien da voi non ode ma vede, cioè, si suppone che debba vedere, ma sfido tutto il pubblico a dirmi in coscienza che vede qualche cosa, se non è armato di cannocchiale.

   Alcuni schifiltosi puristi si sono lagnati che il cicerone dice delle vongole… Che maraviglia che ce ne sieno in abbondanza ai Paesi Bassi? D’altra parte è noto che tutti i ciceroni, non escluso il Marco Tullio di esecrata scolastica memoria, nuotano nell’elemento vongolese come i pesci nell’acqua.

   Il palo inesorabile, dopo aver impalato gli abbonati di S. Carlo e del Fondo, minaccia d’impalare i Paesi Bassi. All’erta, automatici direttori dell’automatico teatro dell’automatico pianoforte, non ve la fate ficcare; date fuoco alle vostre macchine; al palo contrapponete la pila e i poli, fate che la vita sia vinta dalla meccanica; fate eseguire da’vostri automi quello che fanno i fratelli Buislay di gomma elastica animata; il vostro mondo di legno la vinca sul mondo di carne ed ossa; e la colta udienza non mancherà di venirsi a ficcare nelle tenebre delle file delle vostre automatiche e lilluputtiane sedie.

                                                                                              FRANCESCO MASTRIANI