LE MIGNATTE

 

 

         E su tutte le nobili mignatte

         Or tanto in voga, e ad ogni morbo adatte

                                           M. DELLA CASA.

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   Un valente ingegno alemanno (e valenti son sempre a differenza di noi) credeva non ha guari di aver rinvenuto il modo di viver sempre, e di buona salute. La sua teoria consisteva nel credere il sangue animatore della vita, però soggetto ad invecchiare, ma che rinnovandolo con quello di un giovenco, torneremmo a nuova vita, come la serpe della quale il poeta cesareo cantava:

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         Quando la serpe annosa

         Odia l’età nemica

         Lascia la spoglia antica

         E torna in gioventù.

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   Sicchè la differenza tra la serpe e noi, sarebbe stata solo in ciò che essa avrebbe mutato l’esterno, noi l’interno – Ma vedi cosa strana! Un metodo tanto vantaggioso, così utile, e sospirato rinvenne oppositori! Quale cosa quaggiù non si contrasta? Fra le altre difficoltà che fecero a quel buon uomo, vi fu quella che cangiando di sangue col suo metodo d’injezione avremmo cangiato d’animo, e dopo qualche tempo da uomini ci saremmo trovati bestie, quantunque senza questo metodo tanti addiventano tali.

   Ma mi dilungo dal mio assunto. Senza però che me la facciate da saccenti vi prometto che toglierò la risposta all’importuna domanda che diede luogo a queste parole. Era concepita così: Che cosa sono le mignatte?

   A dirla schietta io mi restai sorpreso al quesito, e pensai cominciare a rispondere col descrivere quell’animaletto deforme e schifoso, che ognun di voi intimamente conosce. Difatti il collegiale che si rompe il cranio ha ricorso alle mignatte per evitare una cefalite. Il Zerbino che precipita di sella sul marcia-a-cavallo della villa, trova unico rimedio in esse per la lussazione del suo avambraccio; la bella se lo pone sul seno pel palpito amoroso che la tormenta; il debitore le adopera ad evitare una emottisi nel sentire nominare la Concordia; le adopera in fine lo immenso numero che si lagna di certi tormenti, che affliggono e grandi e piccoli, e contro i quali le mignatte sono un potente antidoto. Essendo inutile adunque parlar di cosa ad ognuno ben conta, vengo a dire che sono esse in società.

   Mignatte sono il creditore pel debitore, il maestro pel povero scolaro, l’amante disprezzato che si fa petulante di un guardo e d’un sorriso, l’orgoglioso che ti parla del suo distinto albero genealogico; la bella che ti ciancia sempre di danza, di musica, di tolette, e di specchi – Mignatte in fine sono i venditori di cose rancide, gli estensori di taluni articoli di giornali, e certi giornalisti che ti chiedono le firme. Sono grandi mignatte il distributore di associazioni, il garzone del caffè che appena entri ti dice quell’obbligante, comanda il Signore; e l’avvocato che ti parla delle spese, e compensi, il servo che ti chiede la mesata, e il padrone di casa che ai quattro del mese fa la sua periodica e noiosa visita. Ed a farla corta verissime mignatte sono i dilettanti di musica, non che gli attori, senza voler parlare degli impresarii, che gli uni, e gli altri ne cavano l’umido coi loro periodici parossismi. E poi non son io una mignatta con quest’articolo (1) ? Tutti dunque siamo a vicenda mignatte, e la ragione la rinvengo solo nella continua applicazione, che ne facciamo: ond’è che esse mentre succhiano con la bocca il nostro sangue injettano con la coda il loro umore, che in buona favella vorrei si dicesse mignattico, e che trovandosi a proporzioni varie in ognuno di noi, ne fa bipede sanguisuga!!!

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                                                                                           Francesco Mastriani

   (1) (Applauso universale dei lettori)

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      Fu pubblicato sul giornale Il Lume a Gas il 22 novembre 1847