L’ECCLISSI SOLARE

     Se avete letto il calendario, mercoledì, dì delle ceneri, avremo lo spettacolo straordinario di un’ecclissi di sole. Si direbbe che anche il sole voglia prendere le ceneri.

   Noi non sappiamo di che colore è il sole; ma indoviniamo che debba essere un gran politicone, se è rimasto al suo posto da 5867 anni, dopo aver veduto tanti e tanti rivolgimenti d’uomini e di cose! In questa immobilità gli fu compagno in terra il solo Talleyrand che rimase l’eterno diplomatico di tanti mutati governi. E, se volete sapere per quale condotta il grand’uomo rimase incrollabile in mezzo alle politiche tempeste de’suoi tempi e del suo paese, ve lo dirò ben io: Egli si attenne strettamente a due colossali massime che formano per lo più le basi delle grandi fortune del mondo; la prima: La parola fu data all’uomo per nascondere il proprio pensiero, e la seconda: Non mettete troppo zelo nel disimpegno del vostro dovere.

   Ma lasciando da parte il sommo Talleyrand, occupiamoci della eclissi del sole. Abbiamo veduto già moltissime altre ecclissi in questi ultimi tempi, ecclissi parziali e totali di astri primari e secondari, di satelliti e di stelle colla coda. Ora siamo invitati a guardare in cielo, non avendo più che vedere in su la terra.

   Cerchiamo di non arrivare più tardi delle 10; altrimenti ci avverrà quello che avvenne ad un certo galantuomo, il quale si presentò con due signore in sull’Osservatorio Astronomico per contemplare un’ecclissi di luna. L’ecclissi era già finita; e ciò gli venne annunziato. Quel galantuomo, senza scomporsi, disse: Va bene; ma siccome io ho fatto incomodare le signore, pregate da parte mia il direttore della Specola che faccia ricominciare lo spettacolo!

   Virgilio, il sommo Virgilio volea che gli si dicesse:

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   …. La ragion del tenebroso

Vel che alla luna e al sol copre la faccia.

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   Virgilio era un gran poeta, ma gli fa vergogna di non aver saputo queste cose che si apparano nelle più elementari geografie.

   Oggidì non ci è monello di strada che non sappia queste cose; onde, senza perdere tempo a spiegare che cosa è un’ecclissi, vediamo piuttosto qual è la ragione per cui il sole mercoledì prossimo farà atto di presenza coll’assenza. Come sapete, il sole non ha fatto molte figure in commedia, ed ha preso molti nomi in diversi paesi per farla nientemeno che da despota e da nume. Sapete che i Cartaginesi lo chiamavano Saturno, i Romani Apollo, i Caldei Belo, i Cananei Maloch, i Moabiti Belfegor, gli Arabi e i Fenici Adone, i Persiani Mitra, gli Egiziani Osiride, gl’Indiani Dionisio. Il prendere a fitto tanti nomi non è cosa da onesto galantuomo oggi che si dee giuocare a carte scoperte; onde fa bene messer lo sole a celarsi la faccia come tanti onesti galantuomini fanno inutilmente, per nascondere gli antiche nei che portano scolpiti su i visi. Oltre a ciò, il sole, come sapete, è tratto da quattro cavalli, di cui l’uno è di color rosso, il secondo bianco, il terzo fulvo e il quarto bruno. Or, questa miscela di quattro colori è assurda ed incompatibile per un sole italiano; ed ha ragione quindi d’ecclissarsi, fintantoché non muterà i cavalli.

   Dunque, ciò posto, Napoli è invitata a sospendere per poco mercoledì le sue divozioni per occuparsi un poco di ciò che avviene nelle alte regioni del cielo.

                                                                                                          FRANCESCO MASTRIANI