LETTERA AL SIGNOR ALBERTO FRANCO

   Ella mi onora di una sua garbatissima, in cui dice che il mio articolo pubblicato nel passato numero sul Vedi Napoli e poi muori non ha fondamento di ragione, poiché Napoli è una delle prime città del mondo. Mi permetta ch’io rispondo non aver Lei afferrato, per così dire, il vero concetto di quel mio articolo. Nissuno più di me ama il mio paese, al cui bene ho consacrato da molti anni il mio povero ingegno. Tutti gli scritti miei fanno testimonianza di questo caldissimo amore che ho alla mia terra nativa; amore al quale ho sacrificato i miei più vivi interessi e forse il benessere della mia famiglia. Ma, lontano dalle adulazioni d’ogni sorta, siccome dal vituperare senza ragione, io non lodo mai ciò che non è degno di lode; e biasimo solo quando può derivarne un bene allo stesso oggetto ch’io biasimo. Posto ciò, Napoli è certo una delle prime città del mondo per l’ingegno de’suoi abitanti, per la bellezza del suo cielo, per la dolcezza del suo clima, pe’suoi classici monumenti, per la storia delle arti, per le gloriose falangi de’suoi martiri politici: ma può dirsi tale per le sue strade, pe’suoi fabbricati e per la poca nettezza in generale che si deplora nello esterno? E, di grazia, che cosa colpisce a prima giunta il forestiero che arriva in Napoli? Per mala ventura, le qualità summentovate che fanno di Napoli una delle prime città del mondo non sono di quelle che saltano agli occhi a prima vista. Ha Ella mai visitato i nostri quartieri suburbani quantificati sotto il nome di vecchia Napoli?

    Il mio articolo pubblicato nello scorso numero era inteso a spingere sempre più il nostro Municipio a mettere la città nostra a livello delle più civili del mondo e fare che risponda materialmente alle sue glorie ed al suo splendore nelle lettere e nelle arti, e che la bellezza degli edifici e delle strade pareggi la dolcezza proverbiale del suo cielo e del suo clima.

   Dopo ciò, sento il debito di ringraziarla delle cortesi parole ond’Ella onora il mio giornale.

   La saluto di cuore.               

                                       FRANCESCO MASTRIANI