LO SCIALLETTO

 «In occasione dell’onomastico della moglie, in quell’anno 1857, mio padre le regalò uno scialletto, accompagnandolo con i seguenti versi, dai quali i lettori giudicheranno della  floridezza delle condizioni economiche del mio sventurato padre: [1]

.

   Mia cara moglie, buona Concetta,

Questo foulard, ti prego accetta,

Il cui colore tanto ti alletta,

Che vò che sempre tu te lo metta.

Volea far più, ma, aspetta…aspetta,

Largent non venne, stiamo a stecchetta,

Che vale affliggersi, o mia diletta?

Bon grè malgrè, questo ci spetta.

La man di Dio sia benedetta,

Nella sfortuna, nella disdetta,

Tu ben lo sai, la linea retta

Sempre nel mondo fu maledetta;

Ma tu sta allegra; coscienza netta

Non teme il canto della civetta.

Del viver bene la gran ricetta

Sta nel libro del mio Valletta:

A far le corna tosto ti affretta

Se vedi la gente che sia sospetta;

Giacchè nel mondo, la turba infetta

O ti fa male, o te la jetta » .

.

[1] FILIPPO MASTRIANICenni sulla vita e sugli scritti di Francesco Mastriani, Napoli, L. Gargiulo 1891, cap. IV, pag. 70.