LO SPOETATO

CARATTERI

Ma misantropie, en m’isolant

   presqu’absolument du monde.

   m’a laissè a face avec la

   pensèe de ma nullitè.

                                           S.t REMY

   Ecco un tipo novello, una nuovissima specialità dell’infinita progenie dei caratteri, figli del nostro secolo noioso e annoiato. Lo Spoetato è surto sulle ruine del sentimentale, benché niente abbia ritenuto della fonte da cui emerge. Il nostro secolo di ferro, la nostra età di carbon fossile ha svoltato sossopra gli uomini e le cose; non più sentimenti, non più idillii al chiaro di luna, non più Isaure al rezzo di salici piangenti, non più dame bianche su i solitarii veroni; queste cose sono finite, sono morte, e non si trovano più che in qualche strenna, in qualche album, o in qualche libretto per musica di un genio in erba. Incontrasi non pertanto bene spesso nella nostra società una razza d’uomini, i quali non sono altro che poveri malati di cervello incurabili per ogni verso. Se costoro fossero vivuti qualche secolo fa, sarebbero stati accettissimi alle dame di quei tempi; ma ora passano inconsiderati e forse vilipesi dal bel sesso, il quale non è più sentimentale come una volta, ed ama in generale gli uomini che godono buona salute.

   Lo Spoetato è un giovane d’un trent’anni, di faccia pallida, con pochi peli sui baffi e co’due sfregi appo gli orecchi (moda recente delle barbette). I suoi occhi sono incavati, le sue guance sottili. Egli non ha malattia positiva, ma tutt’i morbi stanno con lui. La sorgente dei suoi malanni è un’intima e invincibile ipocondria derivatagli da un sentir profondo, e da una giovinezza tradita nei suoi affetti e nelle sue speranze. All’opposto del sentimentale, che va di sera nei luoghi ermi e tristi, accanto ai platani ed ai ruscelletti, invocando la luna e le stelle, lo Spoetato frequenta i caffè, le ragunate, i teatri; ma in tutti questi luoghi egli si sdraia in un cantuccio, e sta quivi distratto, preoccupato, angoscioso: se gli volgete la parola, egli vi guarda con un occhio di compassione, vi osserva un quarto d’ora, si scosta da voi, e vi risponde laconicamente, soltanto per dirvi che egli si è di tutto annoiato, che i piaceri lo ammazzano, che la vita gli pesa, che i medici l’hanno spedito, e che ne gode, perché odia gli uomini e più le donne, perché le illusioni lo hanno abbandonato.

   Ordinariamente lo Spoetato è un essere che non occupa alcun posto (forse perché la società non lo ha compreso); egli non possiede cosa alcuna, né cura di posseder niente; epperò il suo vestito è trascurato, nero, affumicato, perché lo Spoetato fuma sempre a dispetto del veto dei medici. Vi scansi il cielo di stringer intima conoscenza od amicizia con una di queste sventurate vittime del positivismo e dei sigari; costui è capace di cadervi addosso ogni giorno all’ora del vostro pranzo o della vostra colazione, e di chiedervi seriamente con un volto da tisici una tazza di brodo, una coscia di pollo, un bicchiere di malaga, una ciotola di latte e caffè, sotto il pretesto che poco gli cala d’avere un’ora fissa pel pranzo; che si è dimenticato d’andare al trattore; ovvero, senza veruno di cotali sotterfugi, vi dirà spiattellatamente sul muso che non ha denaro, e che è venuto a dividere il vostro pasto, sapendo esser voi un buon compagno e pronto sempre a far servigi agli amici,

                                                              FRANCESCO MASTRIANI