MASTRIANI E IL TEMA DELLA SEPOLTA VIVA

   La Sepolta viva è certamente uno dei romanzi peggiori di Mastriani. se scelgo di parlarne non è dunque per mettermi alla ricerca di quello di positivo o interessante può offrire dal punto di vista letterario o linguistico o sociologico. La mia curiosità nei confronti di quest’opera minore del romanziere napoletano, che non offre neanche quella caratteristica componente «sociale» per cui Mastriani si è più volte guadagnata l’attenzione di critici e sociologi, è dovuta al fatto che questo libro si presta particolarmente a due tipi di studio che mi sembrano entrambi di un qualche interesse. Il primo mi viene suggerito dall’argomento del romanzo, che è piuttosto singolare, ma nello stesso tempo appartenente a un ambito tematico a cui scrittori e poeti hanno attinto con una certa frequenza già dall’antichità: sarebbe un tentativo di vedere, attraverso alcuni esempi, come dallo stesso tema possano scaturire opere profondamente differenti per significato e valore. Il secondo tipo di studio consiste nell’analisi di alcuni meccanismi strutturali, tipici del genere e del tempo cui il romanzo appartiene, che in questo libro presentano, per così dire, allo stato grezzo, a carte scoperte, offrendo così un ricco materiale d’informazioni utilizzabili in chiave di elementi meta-narrativi, ovvero di osservazioni sul farsi del romanzo nel farsi stesso del medesimo.

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                                                                                                                       NELLA GIANNETTO

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   NELLA GIANNETTO (Messina 1953 – Venezia 2005), è stata Presidente dell’AssoCiazione Internazionale Dino Buzzati di Feltre (Belluno) e docente di letteratura italiana all’Università IULM (Milano e Feltre). È stata una delle maggiori studiose di Buzzati, aveva fondato nel 1988 l’associazione per la conoscenza e la divulgazione delle opere dello scrittore bellunese. Nella Giannetto è morta di cancro il 13 agosto 2005.