NICCOLÒ MINOLA

     Forget me not

   Da qualche tempo quest’uomo fenomeno forma il subbietto di conversazione di ogni scelta brigata. Nella presente miseria delle cose teatrali, egli è diventato l’eroe delle scene e dei saloni. Il pubblico che rifugge dai nostri teatri come da luoghi appestati, vi accorre in folla ogni qual volta legge annunziata un’accademia del Minola. Il nostro secolo, che è secolo di prodigi di ogni sorta, che fa camminare la civiltà con la febbrile forza del vapore, che fa nascere un GENIO in ogni uomo, ci ha mostrato in Niccolò Minola di quanto sviluppo sia capace quella infedele facoltà dell’anima, addimandata memoria. Quest’uomo straordinario ci ha fatto toccar con mano questa facoltà, rinvigorita di nobili esercizi, può tanta efficacia acquistar da non esser più soggetta a quelle infinite smemorataggini, scuse legittime e pretesti obbligati di ogni cattiva volontà. A che varrebbero gli studi e le fatiche intellettuali senza l’aiuto della memoria, che ne è, direi quasi, la custode o la archivaria? La dimenticanza delle cose lette o studiate non dipende che dal poco esercizio che si fa fare a tale facoltà. Il Minola scrutando nei diversi modi dell’arte Mnemotecnica è giunto a scoprire il metodo più semplice ed acconcio per fissar nella mente le più labili cognizioni di storia, e di cronologia. Lontano da ogni minima ciarloneria, espone nei suoi esperimenti il metodo che ha seguitato per a tanta perfezione di ritentiva. Nell’anno scorso egli pubblicò a Bari un Programma delle Interrogazioni alle quali risponde nelle sue accademie: questo programma è una specie di catalogo di quanti uomini illustri o di quanti uomini siano nella storia antica e moderna di tutti i popoli e di tutti i tempi: a ciascuno di questi nomi è annesso un numero d’ordine progressivo e l’anno in cui vennero al mondo e trapassarono. Questa immensa reclutazione è scritta nella mente del Minola come in un libro dello stato civile, con la sola differenza che per trovare un nome ed un’epoca nel libro è mestieri andare svolgendone le infinite pagine, mentre il Minola risponde sull’istante a qualunque inchiesta come se quell’interminabile catalogo gli fosse tutto sott’occhi. Ed a coloro che dir potrebbero che quella lista di nomi e di epoche egli ha mandato a memoria da moltissimi anni, esercitandovi su giorno e notte, noi risponderemmo invitandoli ad essere testimoni degli altri esperimenti fatti dal Minola, e tra gli altri quello di far notare per ordine progressivo qualunque verso o nome citato da chiunque degli spettatori e poscia ridirgli egli medesimo promiscuamente a tenore del numero d’ordine che gli si domanda. Dov’è la ciarlataneria e la impostura in questo fatto? Chi potrebbe contrastare al Minola la potenza della sua memoria? Non parliamo dei giuochi di destrezza con cui suole il Minola intrattenere piacevolmente il pubblico nelle accademie teatrali e private; dappoichè quando abbiamo ammirato e lodato la forza delle sue intellettuali facoltà, che cosa aggiunger potrebbe al suo merito l’encomio delle sue mani?

                                                          FRANCESCO MASTRIANI