NOTE

   In appendice al romanzo, in un Capitolo Unico, ci troviamo Le banche dell’usura, che Francesco Mastriani così descrive:

«A completare questa fisiologia della pericolosa classe de’ Vampiri, ci occorre dire qualche cosa su un fatto nuovo ne’fasti delle temerarie speculazioni create dal genio inventivo de’finanzieri de’nostri tempi.

   Intendiamo parlare delle Banche-usura che pullurarono in Napoli nell’anno 1870.

   Il nostro amatissimo fratello Giuseppe narrò parecchi aneddoti su queste Banche, e noi invitiamo i nostri lettori a leggere il suo opuscolo.» [1] 

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   Nel capitolo X. La fisiologia del debito , è parodiato l’inizio del III. Canto della «Divina Commedia»:

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    Per me si va nella città del NIENTE;

   Per me si va nell’eterno ristoro;

          Per me si va tra la più onesta gente.

Misericordia mosse il mio fattore;

   Fecemi il precetto preventivo,

  La somma carità del creditore.

Innanzi a me sol fur carte bollate.

           Il debito non muor, ma eterno dura!

            Sette ducati al mese a voi ch’entrate.

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[1] Tragicommedia delle Banche-Usura del 1870 – Scene di Giuseppe Mastriani, pe’  tipi del Gargiulo.