PARIGI

   UNA STATISTICA CURIOSA

   Un amante di statistica ha calcolato non ha guari che ad un sol ballo dell’Opera vi sono più di duemila franchi d’abiti neri fittati.

   Ecco una statistica ch’io non comprendo.

   Capisco che si può per esempio numerare quante carrozze passano sul ponte Nuovo; con un po’di pazienza vi si arriva; ma sapere la cifra esatta degli abiti fittati è cosa proprio da meravigliare.

   Bisogna supporre che colui il quale si propone di fare questo calcolo si collochi all’entrata della sala da ballo e che fermi tutt’i signori che vi entrano facendo loro delle interrogazioni come questa:

   «Scusate, Signore: abbiate la bontà di dirmi se questo abito nero l’avete fittato».

   «E che ve ne importa?».

   «M’importa per fare una statistica che interesserà immensamente la scienza».

   «Ebbene, sì, ho fittato quest’abito».

   «Per quanti franchi?».

   «Per otto franchi».

   «Vi ringrazio, Signore».

   Ma quante persone devono male accogliere queste domande un poco indiscrete!

   Colui si accosta quindi a una signora.

   «Signora – dirà il sapiente – in un ballo dell’Opera a quante persone date voi convegno?».

   «Ammiro la vostra insolenza, signor mio».

   «Io vi fo questa domanda per un lavoro importantissimo che passerà alla posterità».

   «Allora la cosa è diversa».

   «Volete darmi questi ragguagli?».

   «Con piacere».

   «Eccomi pronto a notare sul mio taccuino tutte le confidenze che vorrete farmi».

   «Nell’entrare qui avevo in tasca un centinaio di biglietti di visita».

   «E quanti ve ne restano?».

   «Aspettate: fate ch’io li numeri».

   «Il pacco non è poi enorme».

   «Me ne restano tuttavia quarantatré».

   «E non sono ancora le quattro del mattino! Un pacco di biglietti da visita costando tre franchi, potrò anche calcolare ciò che guadagnano gl’incisori in un ballo dell’Opera. Vi ringrazio infinitamente degli schiarimenti che m’avete dati».

   «E voi, Signore, non m’offrite un rinfresco?».

   «Volentieri: là più che altrove potrete darmi ancora degli schiaramenti su certe altre cose».

   Allora il nostro artistico si rivolge al garzone del caffè.

   «Ditemi, fate voi pagare pel grog lo stesso prezzo a tutti quanti?».

  «No, Signore – Ad un borghese noi domandiamo 25 soldi. Ad un inglese che sappia un po’di francese, un franco e cinquanta centesimi. Ad un inglese che non conosca nemmeno una parola del nostro idioma, due franchi».

   «E a me?».

   «A voi, Signore, perché ci avete chiesto degli schiarimenti, domandiamo due franchi e cinquanta centesimi».

   Lo statistico paga: ma non si limitano a questo le sue ricerche senza delle quali il suo lavoro sarebbe incompleto.

   Egli si ferma alla porta ad aspettare che escano le persone.

   Ivi si fermano massimamente i Cavalieri che vanno in compagnia di Signore.

   «Voi andata a cenare, non è così?».

   «Sì» gli risponde il cavaliere.

   «In quale ristorante andate?».

   «Perché mi fate queste domande?».

   «Sto facendo un lavoro per calcolare più o meno quando si spende in un ballo dell’Opera».

   «Andiamo a Brèsant».

   «Voi siete due; potete spendere una cinquantina di franchi. Se l’addizione supera o non arriva a questa somma, avrete la bontà di farmelo sapere, perché non vorrei commettere qualche sbaglio: ecco il mio indirizzo».

   Ah!… la statistica è una bella cosa; ma vi bisogna molta pazienza.

                                                                                                               FRANCESCO MASTRIANI