Le definizioni dei sotto elencati vocaboli desueti sono state tratte dalle seguenti fonti:
F= Pietro Fanfani 1856
P= Policarpo Petrocchi 1894
Z= Lo Zingarelli 2009
.TR= Vocabolario Treccani 2003
N1= Dizionario Napoletano Avalardi 2007
TD= Termine dialettale
TM= Vocaboli usati da Francesco Mastriani non trovati bei sopraddetti, né in altre fonti
abballinare. Alzare e ripiegare i materassi per dare aria ai letti (Z): e tu ai sevigi più umili a rassettare la casa ad abballinare i letti: – Pag.48.II
abbarbicata. Radicata (Z): quella paura che si era abbarbicata alle ossa e che mi toglieva il sonno. – Pag.134.II
accattata. Procurata (Z): brutta e sconcia parola che abbiamo accattata a que’ della Senna. – Pag.27.III
acchiappatore. Da acchiappare, acciuffatore, agguantatore (Z): le sembianze cancellere-sche dell’uomo acchiappatore non pigliavano un aspetto meno austero, – Pag.153.II
aceto de’quattro ladri. Disinfettante (TD): La pece, la canfora, l’aceto de’quattro ladri.- Pag.138.II
accontandosi. Intendendosi (Z): accontandosi lei co’regolamenti dell’ospizio. -Pag.56.I
acrimonia. Asprezza, livore (Z): quelle allucinazioni erano effetti nervosi per acrimonia o esuberanza di sangue – Pag.125.III
addato. Accorto (P): di questo tuo mutamento io puranche sonomi addato – Pag.86.II
addimandata. Nominata, appellata (F): ne’circoli aristocratici veniva addimandata per lo impareggiabile gusto della sua acconciatura – Pag.8.II
addotta. Condotta (F): volle che Gabriele mi avesse addotta da lui nel dì seguente; -Pag.13.III
aduggiavano. Coprivano d’ombra (P): aduggiavano in elegante disordine quella maschera d’alabastro. – Pag.4.II
adusto. Inaridito (Z): come l’aura di vita che viene a rinfrescar l’adusto pellegrino nel deserto. Pag.32.I
affermativa. Risposta positiva (Z): Alla mia affermativa: da chi avete appresa la danza? – Pag.18.III
aggrommato. Coperto di gromma, gruma (Z): Il sangue uscì nero e aggrommato, – Pag.131.III
agiamenti. Luoghi di decenza (Z): in men di un quarto d’ora condotto più di dieci volte agli agiamenti. – Pag.158.II
algidismo. Sintomatologia (abbassamento della temperatura corporea) del colera (TR): l’algidismo facea passi rapidissimi e lo infermo se ne iva. – Pag.159.II
allumata. Accesa (Z): Don Ciccio allumata la candela si pose a fumare. – Pag.76.I
altieri. Altere (Z): io potea schiacciare col mio lusso insultante le altieri dame -Pag.59.III
amendue. Ambedue, entrambi (Z): E sarebbe stato assai meglio per amendue, – Pag.74.I
ammiccarono. Fecero segni d’intesa (Z): E le due donne ammiccarono guardando me; – Pag.65.I
annegrava. Anneriva, diventava nera (F): da qualche tempo mi si annegrava misteriosamente, – Pag.117.III
antelmintici. Vermicidi, vermifughe (Z): onde non avessi indugiato a servirmi degli antelmintici pel figliuol mio. – Pag.125.III
apparato. Imparato, appreso (Z): e in questo secolo in cui si fa tanto apparato di vizi; – Pag.29.I
appo. Presso, accanto (Z): La fossa cappo la quale si stava quello incognito – Pag.15.I
apposi. Indovinai (Z): e mal non mi apposi ma ero ben lontana dallo immaginarmi – Pag.23.II
aromatari. Droghieri (Z): io spesse volte avea veduto cappo i nostri aromatari le ceste piene di questa maniera di dolci; – Pag.90.I
arroncigliavano. Attorcigliavano (Z): le cui parole si arroncigliavano pel molto vino che aveva insaccato nello stomaco. Pag.46.I
ascose. Nascoste (Z): Oh se lo stesso fastidio e le stesse pene gli uomini si dessero per iscoprire le ascose virtù – Pag.21.I
assisa. Seduta (Z): Quando io vidi seduta la Giuditta assisa colà tra gli altri cocchi di donne; Pag.128.II
attagliarsi. Adattarsi (Z): poteva attagliarsi alla compagnia di quella maniera di gente rozza, – Pag.101.I
attediava. Provava tedio (Z): in sul principio mi attediava e disgustava, – Pag.23.III
auretta. Venticello leggero e gradevole (Z): Un’auretta di maggio che mi baciasse la fronte; – Pag.19.II
avvegnachè. Benché, sebbene (Z): avvegnachè sembrava non molto favorito dalla fortuna, – Pag.144.II
avviluppata. Ingarbugliata (Z): La natura avviluppata belle sue tenebrose anomalie, Pag.155.III
avviticchiarmele. Avvolgermele (Z): avrei voluto avviticchiarmele al collo per non più dipartirmi da lei; Pag.88.I
baloge. Castagne lesse (P): Quella mattina la Caterina mi regalò una decina di baloge, – Pag.97.I
barbicato. Radicato (Z): Credetti anch’io che ciò fosse antico e barbicato amore. – Pag.7.II
bufonchiava. Bofonchiava, (Z): quell’uomo fatto un po’brillo dal vino tracannato brontolava: bofonchiava tra i denti canterellando. – Pag.79.I
camangiari. Viveri, companatico (Z): ed altri molti camangiari di famiglia di cui un solo sarebbe stato bastevole per un desinare. – Pag.155.II
cantoncello. Cantoncino, diminutivo di cantone (F): In tutta quella mattinata quella donna non mi diede neppure un cantoncello di pane; Pag.71.I
carello. Coperchio di latrina (Z): Ad un canto di questa camera era il cesso senza carello. – Pag.110.II
cennamellaro. Suonatore di cennamella (TM): Contraffece il cennamellaro con tanto garbo ch’io non potea tenermi dal divorarlo di baci. Pag.114.III
centellino. A poco a poco (Z): se non avessi bevuto incontanente un centellino di vino. Pag.149.III
cesso. Gabinetto, latrina (Z): Ad un canto di questa camera era il cesso senza il carello. – Pag.110.II
cianciafruscole. Inezia di poco conto (Z): quelle solite cianciafruscole che si dicono a’desinari, Pag.77.II
cicaleggio. Chiacchiericcio di più persone (Z): Quanto mi riusciva noioso ed insopportabile il cialeccio di D.Gennarino – Pag.107-II
comechè. Comunque, sebbene (Z): comechè tal fiata alcuna ne vedessi, – Pag.71.I
commendatizia. Raccomandazione (Z): quel dì stesso traemmo dall’impresario per portargli la commendatizia del Principe. – Pag.19.III
consuolo. Conforto (TM): la fierezza del dolore mi toglieva puranco il debil consuolo del pianto.- Pag.167.III
contr’ora. Ore pomeridiane dedicate al riposo (Z): Eravamo nella contr’ora: un sole ardentissimo abbruciava la nostra carrozza: – Pag.108.II
corizza. Raffreddore, rinite (Z): con voce sì sgradevole e nasale qual s’ella avesse sofferto la più feroce corizza. – Pag.65.I
diruta. In rovina (Z): al quarto piano cui si saliva per una scala diruta e pericolosa, – Pag.62.I
discerneva. Vedere distintamente, riconoscere (Z): l’altra ombra era una donna il cui volto io non ben discerneva. – Pag.45.I
discinta. Scomposta (Z): Io credo che chi mi avesse veduta così pallida, così discinta, così immobile, – Pag.167.III
divisamento. Proposito (Z): ma nessun divisamento era durevole nell’animo di questo giovine, – Pag.64.III
egra. Inferma, debole (Z): un lumicino acceso nell’antro ove giaceva l’egra donna; – Pag.44.I
eliso. Giardino di delizie (Z): Non era questo un passare dall’Erebo all’Eliso? – Pag.148.I
erebo. Dimora dei morti (Z): Non era questo un passare dall’Erebo all’Eliso – Pag,148.I
esiziale. Dannosa, funeste (Z): una seconda invasione che doveva essere assai più esiziale della prima. – Pag.27.III
està. Estate (Z): Pareva l’ora vespertina d’una giornata d’està: – Pag.107.I
estollere. Innalzare (Z): La locandiera non rifiniva mai di estollere a cielo le virtù del giovine artista. – Pag.145.II
etica. Tisica (Z): allorché si colcava a fianco della etica donna: – Pag.57.I
eziandio. Anche (Z): sembrandomi che una di quelle fosse dovesse per me aprirsi eziandio, – Pag.12.I
fallaci. False (Z): ingannata sulle fallaci apparenze della comare; – Pag.83.I
feraci. Fertili, feconde (Z) : non poteva esser fecondo di que’salutari frutti veraci d’un pieno e sincero ravvedimento. – Pag.28.III
fiata. Circostanza (Z): non si scorge il fondo di amarezza che tal fiata balena in quello della seconda, – Pag.28.I
fornito. Terminato (Z): e poscia che D.Gennarino ebbe fornito altre sue piccole faccende, – Pag.105.II
frale. Corpo umano (Z): Si direbbe che il nostro frale appartenga per diritto alla patria. – Pag.106.II
frascherie. Frivolezze (Z): e mille frascherie esaurivano ogni dì la mia borsa – Pag.59.III
fraschetta. Frivola (Z): per non darla vinta a quella fraschetta che si alzava cotanto su me – Pag.45.II
fugacità. Caducità, provvisorietà (Z): Ah! trista fugacità della umane cose! – Pag.12.I
furata. Rubata (Z): quella ribalda megera mi avrebbe furata dei miei dolci, – Pag.91.I
garruletti. Loquaci, petulanti (Z): avrei voluto trasformarmi in uno di que’ felici e garruletti augelli – Pag.103.I
gheroni. Lembi, pezzi di tessuto (Z): fregiata agli orli da gentili gheroni di seta e passamani, – Pag.163.III
gire. Andare (Z): sì ch’io il vedea imbrogliarsi e gir mendicando pretesti e bugie. – Pag.87.III
gramaglie. Drappi funebri (Z): La capitale mesta taciturna in gramaglie, Pag.143.II
greppo. Inizio pianto dei bambini (Z): tenendo di continuo il musino a greppo come i fanciulli che sono stati sgridati – Pag.121.II
guappa. Camorrista (Z): non sapeva che tu avessi una così guappa nipotina. – Pag.152.II
guari. Molto, assai (Z): da me non è guari mentovato e che mi avea consigliato – Pag.173.III
guarnellino. Sottoveste (Z): dovetti vestire il corto guarnellino in modo da mostrar le gambe! – Pag.22.III
guatarono. Guardarono (Z): quelle donne mi guatarono biecamente, – Pag.126.I
guisa. Modo, maniera (Z): appunto in quella guisa che si ragguarderebbe qualcheduno uscito di sepolcro – Pag.56.I
immantinente. Subito, senza indugio (Z): laonde si posero immantinente a cercarmi, – Pag.53.I
imperciocchè. In quanto (Z): E imperciocchè io sentiva in me stessa che non avrei potuto giammai voler bene a quella donna, – Pag.68.I
imperocchè. Poiché, giacchè (Z): imperocchè ella offrì una sedia alla Marianna, – Pag.64.I
impiedi. In piedi (TM): Io era rimasta sempre impiedi dappresso alla Marianna: – Pag.67.I
incontanente. Subito (Z): che vi porrà incontanente nel novero delle corifee di terza classe. – Pag.19.III
indarno. Invano, inutilmente (Z): chiudea gli occhi per farvi scendere il ristoro del sonno ma indarno. – Pag.39.III
infoscata. Oscurata (Z): il cielo si è sempre oscurato e la natura infoscata. -Pag.135.III
ingrognata. Entrata in cruccio (F): che procacciassi di star meno ingrognata e mesta; – Pag.121.II
insintantochè. Finchè, insino a tanto (Z): e fare il volere di mia sorella insintantochè il tempo non è maturo – Pag.67.II
ipecacuana. Radice ad azione emetica (Z): chi volea l’ipecacuana e chi la prescrivea come esiziale; Pag.159.II
irne. Andarne (TM): ond’io non ho potuto irne alla Cecca per riscuotere il prezzo del canape filato. Pag.74.I
laonde. Per la qual cosa, dunque (Z): laonde si posero immantinente a cercarmi, – Pag.53.I
lassa. Infelice (Z): oimè lassa signor Gustavo esclamai non la maltrattate per me, – Pag.29.II
lazzi. Atti o motti spiritosi (Z): Salerno Capua Foggia ed altri siti ridono ancora de’ miei lazzi – Pag.104.II
lecconeria. Leccornie, avidità (Z): in altra occasione mi sono accusata d’una certa tendenza alla lecconeria, – Pag.155.II
lecconi. Ghiottoni, adulatori (Z): da chiunque è al giorno de’costumi di questi scioperati lecconi. – Pag.11.II
leggieri. Facilmente (Z): che ciò s’intenderà di leggieri da chiunque – Pag.11.II
lezzo. Cattivo odore (Z): come una gemma nel lezzo di un letamajo! – Pag.151.II
lice. Permesso dalla morale o dalla legge (Z): e dove alla donna non lice esser donna se vuol essere ballerina. – Pag.178.III
locchè. Il che (TM): avrebbe cominciato come gli altri tentarono ad attirarmi con regalucci locchè egli non ha mai fatto. – Pag.82.III
lucco. Lunga veste maschile (Z): Portava addosso una specie di gabbano che molto rassembrava al lucco del medio evo. – Pag.73.I
luchera. Modo di guardare (P): era un misto della scimmia e del lupo soprattutto nella luchera bieca e ferina. – Pag.73.I
mariola. Furfante (Z): a quella età sono già marce mariole, – Pag.128.I
mefitica. Fetida. Infetta (Z): nonostante l’aria orribilmente mefitica che mi soffocava. – Pag.41.I
mercè. Aiuto altrui (Z): dove la Dio mercè non era ancora sospetto del male; – Pag.133.II
mestieri. Compito, incombenza (Z): la quale era mestieri ch’io le provvedessi in istrada. – Pag.43.I
mezzina. Brocca di rame o di terracotta (Z): una mezzina diverse rocche e fusi di varia grandezza e parecchi arnesi da cucina. – Pag.64.I
micidiario. Micidiale, omicida (Z): Il micidiario assorto ne’suoi foschi pensieri e rimordimenti, – Pag.56.I
molcevano. Placare (Z): che sì dolcemente molcevano questo pericoloso senso della donna che si chiama vanità. Pag.15.III
motto. Parola (Z): allora non dissi motto per grandissima paura ch’io avea per quel ribaldo – Pag.53.I
mutolo. Muto per vergogna (Z) : Era per me un martirio incredibile il vederlo desto per più ore della notte e mutolo, – (Z): Pag.119.III
nembo. Nube bassa e scura (Z): dalla quale partiva un nembo di profumi di fiori… – Pag.165.III
nemmanco. Neanche, neppure (Z): non avrei potuto nemmanco un istante dubitare delle sue intenzioni. – Pag.82.III
occaso. Occidente, ponente (Z): Il dì volgeva all’occaso quand’io mi accorsi di esser rimasto su quella malinconica terra molte ore. – Pag.12.I
oltracciò. Oltre a ciò, inoltre (Z): oltracciò la sua compitissima educazione, – Pag.82.III
onninamente. Totalmente (Z): Io pensava tra me essere onninamente vero quello che Don Gasparino avea detto – Pag.78.II
origliere. Guanciale (Z): e senza levar il capo da su l’origliere. – Pag.131.III
pacchiane. Contadine, cafone (Z): in Napoli vengono qualificate coll’aggiunto di pacchiane. – Pag.150.II
parava. Scansava, schivava (Z): al che si prestò con sì manifesta mala voglia che si parava il suo malumore. – Pag.99.I
pareggiare. Livellare, rendere uguale (Z): a petto d’un nemico che non può pareggiar loro. – Pag.133.I
parlari. Discorsi (Z): non potea farmi intendere tutta l’orrenda significazione di que’ parlari, – Pag.48.I
paruto. Sembrato (Z): mi era paruto quasi impossibile che in sì breve spazio di tempo – Pag.151.III
paventava. Temevo (Z): Ed era tale l’eccesso della mia matta contentezza che io paventava ad ogni istante. – Pag.99.III
pensamenti. Pensieri (Z): Se dovessi dire quali pensamenti aggiraronsi pel mio capo in quelle ore, – Pag.113.II
peregrine. Singolari, armoniose (Z): non sapea persuadermi che ci fossero al mondo virtù sì rare e peregrine, – Pag.41.III
perigliose. Pericolose (Z): così virtuosa andarvi ad esporre su quelle onde perigliose, – Pag.10.III
peristilio. Cortile con portici (Z): io mi coricai sotto il peristilio del tempio; – Pag.126.I
pezza. Un poco (P): m’immagino ch’ella stesse da lunga pezza ammalata; – Pag.41.I
piagnolosi. Piagnucolosi (Z): i piagnucolosi gemiti de’venti autunnali, – Pag.8.I
picciol. Di piccola entità (Z): appo la quale rimasi non picciol tempo della mia vita. – Pag.136.I
pinto. Raffigurato (Z): l’avvenire è un riverbero del passato io lo veggo pinto si a nero – Pag.70.I
piretti. Fiaschi enormi (TD): un colmo recipiente di vetro di quelli che qui in Napoli si addimandano piretti – Pag.78.I
pocolino. Diminutivo di poco (Z): eran quella mattina un pocolin vaporosi e stanchi come di veglia. – Pag.4.II
posposta. Anteposta (Z): il tormento che questa donna area patire nel vedersi posposta a me, – Pag.128.II
possa. Forza (Z): le lusinghe che mi fece quell’uomo per darmi a tutta possa all’arte della danza – Pag.78.II
postura. Posizione (Z): rimase alcuni minuti nella più goffa e ridicola postura di questo mondo. – Pag.64.II
precipuamente. Principalmente (Z): a questo precipuamente attribuir debbo il merito della mia vittoria – Pag.78.III
precipue. Principali (Z): che sono pregi e virtù precipue della donna, – Pag.16.III
pressa. Premura, fretta (Z): sempre canticchiando e dandomi pressa a salire. – Pag.101.II
primiera. Antico gioco d’azzardo (Z): e quando la signora Vittorina si metteva a tavolino per fare la sua primiera, – Pag.20.II
prisca. Antica (Z): ben si addiceva a ricordare la prisca origine e la tremenda fine dell’uomo – Pag.16.I
procella. Tempesta (Z): cominciavano a fugar le tenebre allorché spossato da questa procella, – Pag.124.III
prolusione. Discorso introduttivo (Z): intestazione del capitolo – Pag.7.I
propalato. Divulgato (Z): quand’ella avesse propalato esser me una raccogliticcia infelice viva per carità di sua madre. Pag.128.II
prostesa. Distesa, prona (Z): feci di precipitarmi sul figlio mio moribondo ma caddi prostesa al suolo! – Pag.158.III
puerizia. Fanciullezza (Z): ahi io non avea della puerizia neppur la cara innocenza! – Pag.39.I
pugnai. Combattei (Z): Molto tempo meco stesso pugnai sul pigliare un partito decisivo; – Pag.125.I
puntura. Tormento, afflizione (Z): Pensai con vivissima puntura che se avessi appagato i desideri di quella nobilissima donna – Pag.95.III
pute. Puzza (Z): Le pute ancora di latte il labbro e legge di questi romanzacci osceni e vituperevoli. – Pag.63.II
retaggio. Eredità (Z): laddove ai poveri spetta solo il retaggio di stenti di lagrime – Pag.151.I
rimprocciando. Rimproverando (Z): mi venivano rimprocciando la mia poca fiducia; – Pag.153.III
rubella. Ribelle (Z): mostravasi rubella ad ogni rimedio; – Pag.155.III
sanscrito. Lingua antica indiana (Z): se io avessi parlato l’ebraico o il sanscrito – Pag.46.II
scapitare. Perdere (Z): cercò di vendicarsene tentando di farmi scapitare nel mio posto. – Pag.108.III
sciamannata. Alla buona, senza eleganza (Z): Nel vedermi così mal fornita in vestiti e così sciamannata, – Pag.100.I
sciarappa. Bevanda purgativa (Z): dacchè lo sciarappa della cantina gli piace a dismisura, – Pag.66.I
scilinguagnolo. Parlantina (Z): Ma avvegnachè l’ebbrezza desse a Don Gennarino il capogiro e lo scilinguagnolo, – Pag.118.II
scissure. Discordie, dissidi (Z): io forse sarei stata cagione di scissure d’inquietudini di dissensioni! – Pag.59.II
screziavano. Rendevano di vari e minuti colori (Z): tutti quelli che screziavano la tomba a lui cara. – Pag.19.I
scuoramento. Avvilimento d’animo, costernazione (F): mi riponea innanzi alla immaginazione i consueti fantasmi ed io ricadeva nel mio scoramento. – Pag.142.II
scurrili. Volgari, sguaiati (Z): potesse compiacersi degli scurrili mottetti del Triboulet in giubba – Pag.10.II
sdrucciolò. Scivolò (Z): qualche parola mi sdrucciolò nell’orecchio su tal proposito. – Pag.100.I
serotine. Serali (Z): e che si trovava così spesso nelle serotine conversazioni della famiglia! – Pag. 32.II
servaggio. Stato di servitù morale (Z): non avea nessuna via dischiusa per trarmi fuora dall’avvilente servaggio del teatro; – Pag.102.III
silfo. Genio maschile mitologico (Z): come un silfo che passa in mezzo alle aiuole imbalsamate. – Pag.110.I
smaniglie. Braccialetti, monili (Z): mi facea doni più splendidi e vistosi come orecchini spilli smaniglie. – Pag.37.III
smucciarmela. Svignarmela, sgusciarmela (Z): Alla fin fine mi riuscì di smucciarmela un po’prima che la prova terminasse. – Pag.130.III
sofisticherie. Ragionamenti cavillosi (Z): A questo modo la si rende infelice colle sue sofisticherie. – Pag.129.III
solita. Tazza da caffè da due soldi (TD): Se almanco si fosse tenuta contenta del tocchetto o della solita. – Pag.128.I
soluto. Risolto (Z): e se altri ha soluto per lo passato far suo desinare con cipolle agli e carote, – Pag.148.II
sovrammodo. Soprammodo , oltremodo (Z): e sovrammodo una memoria singolarmente tenace. – Pag.21.II
spetrò. Intenerì (Z): la mia impassibile indifferenza si spetrò. – Pag.81.II
spiritati. Fuori di sé, ossessi (Z): affissavami in volto e su per tutta la persona certi occhiacci spiritati e osceni, – Pag.16.III
stazzonò. (Z): Gli stazzonò con le mani e li ficcò nel vasetto d’una succida pipa – Pag.75.I
storni. Dissuadi (Z): Oh Angiolina vi storni il cielo da questo proponimento! – Pag.10.III
strombazzare. Divulgare con esagerato chiasso (Z): D’altra parte lo strombazzare il furto ch’io avea ricevuto – Pag.142.I
subbietti. Soggetti (Z): eran questi i subbietti consueti de’loro ragionamenti, – Pag.23.III
suffumigi. Pratica disinfettante (Z): Bisogna fare i suffumigi altrimenti moriremo tutti quanti! – Pag.138.II
svellersi. Strapparsi (Z): Può un uomo svellersi volontariamente il cuore dal seno? – Pag.111.I
susamelli. Dolci morbidi natalizi (N1): que’dolci che si fanno con pasta di miele e che si addimandano susamielli. – Pag.90.I
taccolino. Specie di panno rozzo (P): colla mia tartana e col taccolino che trasportavo a bordo – Pag.74.I
tampoco. Nemmeno (P): si stimò doversene chiamare un altro il quale non giugnendo tampoco – Pag.158.II
tede. Fiaccole resinose (Z): e le tede di morte si acendevano quando accender si doveano i torchi nuziali! – Pag.188.III
tempone. Allegria, festa (Z): co’quali si da tempone e si leva alticcio che è un piacere. – Pag.66.I
tocchetto. Tazza da un soldo di caffè (TD): Se almanco si fosse tenuta contenta del tocchetto o della solita! – Pag.128.I
torchi. Grossi ceri (Z): L’alba non tardò a far impallidire le funerea luce de’torchi – Pag.168.III
tormi. Togliermi (Z): il coro degli angioli che doveano tormi nelle loro braccia – Pag.119.I
trasmutare. Trasferire (Z): aveano già siffattamente a trasmutare l’esser mio, – Pag.22.III
tregende. Notti cupe di avvenimenti (Z): come tregende fantastiche in un sogno orientale. – Pag.33.III
unqua. Mai (Z): non credo che unqua umana creatura possa patirne di eguali. – Pag.82.I
uopo. Bisogno, necessità (Z): amore che Iddio ha messo ne’nostri cuori è uopo espanderlo – Pag.15.I
usbergo. Protezione (Z): bisognava che mi fossi armata del forte usbergo della tolleranza – Pag.31.III
vantaggio. Beneficio (Z): Non ebbi tal vantaggio risposi compiaciutissimo – Pag.20.I
vegnente. Seguente (Z): Il dì vegnente verso le undici antimeridiane, – Pag.69.II
verace. Che è vera (Z): Qualunque favola di donnicciola io me l’ingoiava come storia verace; – Pag.140.II
verosimiglianza. Ciò che è verosimile (Z): Con ogni verosimiglianza quell’uomo non si era accorto, – Pag.15.I
vessazioni. Molestie (Z): sfidava le piccole rappresaglie e le minute vessazioni – Pag.103.I
vezzo. Parola che dimostra affetto (Z): Pare che il vezzo dettole dal nipote non le fosse ito a sangue. – Pag.147.I
vieppiù. Sempre più (Z): Mi avvicinai vieppiù verso quel luogo, – Pag.16.I
virago. Donna d’aspetto virile (Z): Era una di quelle grosse femmine che si domanderebbe una virago, – Pag.45.I