STATISTICA ITALIANA

   La direzione della statistica generale del regno italiano, all’intento di rendere più accessibili e più popolari le notizie di fatto che riflettono la statistica italiana, ha impreso una pubblicazione la quale sarà composta di diversi volumi, ognuno contenente una materia propria, in maniera che la serie di essi abbia a formare la statistica generale italiana.

   La prima parte riguarda la popolazione del regno dopo l’aggiunzione delle provincie venete. Di questi elementi noi reputiamo utile far conoscere i più importanti ai lettori.

   L’Italia, com’è costituita attualmente con una superficie di 284,463 chilometri quadrati, ha una popolazione specifica di 83,18 abitanti per chilometro quadrato. questa popolazione si trova scompartita il 68 provincie. La popolazione media d’ogni provincia è di 356 mila abitanti, e la media misura dell’estensione territoriale è di 4, 183 chilometri quadrati.

   Il numero dei comuni ascende in tutto il regno a 8,562; la popolazione media in ogni comune è di 2,833 abitanti e la sua estensione media è di 3,143 ettari.

   Volendosi considerare la popolazione italiana divisa per sesso, se ne ha in risultato che

         i maschi sono       12,128,824

         le femmine           12,103,036

                                      _________

                   Totale         24,231,860

   È evidente dunque che àvvi in Italia una prevalenza della popolazione maschile sulla femminile di 25,788 abitanti, la quale si può ancora esprimere colla proporzione di 1/469, cioè per ogni 469 donne si trovano 470 uomini.

   Dividendo la popolazione secondo lo stato civile risulta che vi sono in Italia: 14,052,381 celibi (7,374,641 maschi e 6,680,740 femmine) 8,556,175 coniugati (4,258,829 maschi e 4,297,346 femmine) e 1,623,324 vedovi (498,351 vedovi e 1,124,950 vedove). Quindi i celibi raggiungono 1,3/5 della popolazione totale; i coniugati uguagliano il terzo, e i vedovi il quindicesimo degli abitanti. Vale a dire che sopra 100 abitanti vi sono 57,99 celibi, 33,52 coniugati e 6,69 vedovi.

   L’Italia novera 5,167,280 famiglie, le quali vivono distribuite in 3,766,304 case, epperciò ogni famiglia consta in termine medio di 4,69 persone; ed ogni abitazione contiene in termine medio 1,37 famiglie ossia 6,43 abitanti. Sopra la superficie di un chilometro quadrato riscontransi 14 case.

   Sopra il totale dei 24,231,860 abitanti si riscontrano 8,292,248 persone occupate nell’industria agricola, più di 1/3 e 48,551 nell’industria mineraria. L’industria manifattrice viene esercitata da 3,225,057 individui d’ambo i sessi, ed il commercio da 698,574 persone. Sono dediti alle arti liberali 549,293 persone; vivono lucrando sul culto 174,448 cittadini, e sulle amministrazioni 147,448. Sono occupati per la sicurezza esterna ed interna del paese 242,386 persone.

   I possidenti sono 759,671; quei che prestano la loro opera per servizio altrui sono 520,686; i poveri ascendono a 305,345. Il residuo degli abitanti (9,258,502 d’ambo i sessi) venne censito come senza professione, e sono nelle maggioranze fanciulli, vecchi, donne di casa, ecc.

   Meno poche eccezioni, la popolazione italiana usa la lingua patria, sul totale degli abitanti soltanto 273,757 persone adoperano lingue straniere e tra queste devono esser compresi gli esteri che al momento del censimento si trovavano in Italia.

  Secondo il quadro che esaminiamo in Italia solo 64,005 abitanti non professerebbero la religione cattolica; ma crediamo questa cifra compilata sopra i libri del battesimo tradizionale, e quindi incapace a dimostrare lo stato reale delle opinioni religiose in Italia.

   Questi brevi dati noi abbiamo voluto riportare ancora, perché ci sembrano bastevoli a ricordare quanta sia l’importanza e l’utilità della statistica, utilità che diverrà tanto maggiore, quanto meglio le compilazioni sopra tale materia saranno dirette e sussidiate da cifre comparative. Oramai è da tutti riconosciuto che le statistiche comparate, stabilendo un confronto della civiltà tra le diverse nazioni, insegnano ad esse ciò di cui sono mancanti, quali ostacoli devono rimuovere, quale avviamento dare alle arti, alle industrie ed al commercio. E di più è egualmente riconosciuto che alla scienza statistica, considerata dagli antichi appena come dottrina intuitiva dello spirito, spetta ora la grande missione di segnare con matematica precisione le fasi che ogni giorno subisce il mondo economico e morale, le lotte titaniche tra la forza e il diritto, le catastrofi degl’imperi, le evoluzioni progressive della civiltà, che svolgendo le attitudini e le tendenze dell’umanità, trasforma l’assetto dell’ordine sociale.

                   (La Favilla)  

                                            FRANCESCO MASTRIANI