TEATRI

 Fondo – Questo teatro si è riaperto colla compagnia di prosa diretta dal rinomato artista drammatico Ernesto Rossi, venuto tra noi per la prima volta.

   Riserbandoci di dire il nostro umile parere sul merito dell’insigne artista, vogliamo fare al direttore della compagnia due osservazioni.

   Primamente, ei ci sembra che il farsi annunziare su cartelloni-monstres con un Cav. innanzi al nome sia un leggiero peccatuzzo di vanità in un artista di gran merito, il cui nome è di per sé medesimo chiaro ed illustre abbastanza nell’arte. Noi non sappiamo quanti cubiti aggiunga un titolo ad un uomo in un’epoca in cui non sono tenute in pregio che due sole aristocrazie, quella del MERITO e quella del DENARO.

   L’altra osservazione che ci permettiamo di fare al signor Rossi è di aver esordito tra noi con un dramma francese e con un pezzo di tragedia inglese. Anche il Majeroni esordì in Napoli col Kean; ma allora Napoli era ancora Magna-Grecia e non Italia. ciò sia detto di passaggio, perocchè abbiamo fiducia che il signor Rossi vorrà, incoraggiando e premiando i patri scrittori, giovare all’arte ed agl’ingegni napolitani.

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Fiorentini – Il nuovo dramma dato su queste scene col titolo Un Vizio di educazione ha riscosso vivi applausi la mercé dell’accurata esecuzione, specialmente per parte della Tessero e del Majone.

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Fenice – Il noto artista Tommaso Zampa ha dato principio al corso delle rappresentazioni col dramma popolare del rimpianto Luigi de Lise col titolo Gabriele, il lampionaro di Porto, ossia Rosa la pazza. Questo teatro può essere indirizzato ad un utile scopo, quello cioè d’istruire le nostre classi popolari. La compagnia è rifornita di buoni attori, tra cui, oltre del Zampa, valentissimo soprattutto nelle parti di popolano, notiamo la Giordano madre, la Furneris, lo Spasiano, il Boldrini e il Cutrinelli. Auguriamo al signor Zampa la piena di tutte le sere, come nel tempo in cui il de Lise scriva per questo teatro di be’drammi istruttivi pel popolo. Ricordiamo che la Cieca di Sorrento e Il mio cadavere, drammi ricavati da’nostri romanzi, furono ripetuti su queste scene per centinaia di sere consecutive, richiamandovi ogni sera un pubblico eletto e numeroso.

                                                           FRANCESCO MASTRIANI