TRAMA

   Federico Lennois è il seguito de Il mio cadavere, per cui in esso ci ritroviamo diversi personaggi di questo romanzo: Lucia Fritzhein, che è diventata la moglie di Eduardo Horms, la sorella Marietta, l’esquire Maurizio Barkley e la sua consorte Emma di Gonzalvo. Tra i nuovi personaggi: Augusto e Isalina d’Orbeil, figli del nobile Visconte d’Orbeil, Giustino fidanzato di Isalina, ma, soprattutto, il protagonista del romanzo, Federico Lennois, che è un altro dei figli illegittimi del baronetto Eduardo Brighton, e quindi fratello di Eduardo Horms, ricco banchiere scozzese. Invece il Lennois è un discreto pittore e la storia inizia proprio con l’acquisto di Eduardo, che è un cultore d’arte, di un quadro del fratello, La preghiera, che viene pagato ad un prezzo esorbitante dal ricco banchiere che però non è pentito della cifra sborsata, essendo il quadro un vero capolavoro.

   Federico Lennois ha cambiato il suo nome, si fa chiamare Ferdinando Decastel, e prega Eduardo, Lucia e Marietta di non rilevare il suo vero nome per ragioni che spiegherà in seguito. Il Lennois è il figlio illegittimo di Zenaide e del baronetto Eduardo Horms. Zenaide, che diventa anche la nutrice del nobile figlio del visconte d’Orbeil, Augusto, concepisce per questo un amore morboso, al contrario, per suo figlio diventa una spietata e cattiva genitrice.

   Il Lennois trascorre un’infanzia infelicissima, l’unico suo amico è un cane Astolfo che viene barbaramente ucciso, dal fanciullo Giustino, per dilettarsi insieme ad Augusto e Isalina. Questa infanzia infelice radica nell’animo del fanciullo, un odio per il genere umano, e da adulto si allignano in lui tre terribili passioni; l’ambizione, la vendetta e l’invidia. All’età di dieci anni,  Federico Lennois, stanco degli orribili maltrattamenti subiti dalla madre, scappa di casa, involando un sacchetto contenente delle monete di rame. Arriva a Parigi ove col calar delle ombre viene arrestato da un gendarme insospettito dal sacchetto di monete in suo possesso.

   In carcere fa amicizia con un falsario, paolo Demourier, che si affeziona al ragazzo; in seguito l’aiuta a fuggire con uno stratagemma dal carcere e gli indica anche un posto ove lui ha conservato del denaro. Grazie a questa somma, Federico riesce a sopravvivere alcuni mesi. Poi in seguito diventa il garzone di un benestante inglese che svolge l’attività di acquirente e venditore di opere d’arte, per lo più quadri. E grazie a quest’attività che Federico scopre di essere predisposto per la pittura, e l’inglese lo aiuta a portare avanti questa sua attitudine. Con l’inglese lavora anche una donna più grande il Lennois, che ne diventa l’amante. I tre si recano poi in Italia a continuare la loro attività e i loro studi sui capolavori della pittura italiana.

   In seguito il Federico abbandona l’inglese e l’amante e comincia a condurre una vita autonoma, aiutato economicamente anche dal sussidio che riceve mensilmente, come gli altri figli illegittimi del baronetto Brigthon, da Maurizio Berkley. Lo ritroviamo poi a Pisa dove diventa amico del giovane pittore Ugo Ferraretti, il quale sta realizzando un quadro capolavoro, La preghiera, la cui modella inconsapevole è Luigia Aldinelli, che pure è una figlia illegittima del baronetto. Si amano il giovane pittore e Luigia, ma il loro amore è tenuto nascosto perché la ragazza, orfana, è sotto la tutela di un fratellastro dispotico che la sfrutta, sia col suo lavoro di abile creatrice di immagini di cera, sia per il sussidio che anche la ragazza riceve da Barkley.

   Il Lennois concepisce il pensiero di rubare il quadro di Ferraretti, opera che non è stata vista da nessuno, e diventarne l’autore. Al giovane pittore, di labile salute, Federico affretta la morte, facendogli condurre una vita dissoluta. E in una festa di Carnevale, si aggrava, e dopo pochi giorni muore.

   La Luigia, all’insaputa del Lennois riesce a fare un calco di gesso del volto del suo amante ormai morto. Il pittore diventa famoso grazie al quadro del Ferraretti che viene esposto a Parigi nel corso di una importante Esposizione. Il Lennois, con uno stratagemma, aiutato anche dalla sua ex amante, fa si che Eduardo Horms uccide, in preda alla gelosia, Giustino Victor, che corteggiava la moglie Lucia. In tal modo Lennois si vendica della morte del suo cane Astolfo.

   Tutto sembra sorridere all’avvenire del Lennois, ma succede che per puro caso l’Aldinelli riesce a vedere il quadro La preghiera che raffigura la sua persona. Grazie all’aiuto di Maurizio Barkley, sempre nel corso di una festa in maschera, la Lugia si mostra al Lennois col volto in gesso del Ferarretti e lo accusa di non essere l’autore del quadro La Preghiera. Questo episodio sconcerta la mente del Lennois che diventa alienato e rinchiuso in un manicomio, e viene altresì condannato ai ferri, per il furto del quadro e per l’inganno per il quale Eduardo Horms ha ucciso Giustino Victor.

   Per fatalità nello stesso manicomio è ricoverata sua madre Zenaide, anche lei alienata. I due riescono ad incontrarsi nel manicomio ed entrambi subiscono un trauma che li fa rinsavire ed entrambi si riconoscono e la Zenaide, gravemente ammalata, prima di morire confessa che Federico Lennois è il figlio del visconte d’Orbeil, ed Augusto è il suo vero figlio; ella li aveva scambiati quando era nutrice di Augusto, per far sì che il suo vero figlio diventasse ricco e nobile.

   La notizia viene palesata al visconte e alla moglie; entrambi in preda allo sconforto danno comunque la notizia ad Augusto. Ma il giovane non viene disconosciuto dai due nobili che pensano di darlo sposo alla loro figlia Isalina.

   Conclude la sua buona opera Maurizio Barkley che adotta Augusto che in fondo è anche lui nobile essendo figlio, seppur illegittimo del baronetto Eduardo Brighton.  A Federico Lennois viene condonata la pena, ma dopo pochi mesi dacchè è uscito dal manicomio, viene ucciso durante un tumulto popolare per le strade di Parigi.

   Il quadro La Preghiera viene donato dall’ottimo Eduardo Horms, che ha riacquistato la sua libertà, riconosciuto innocente per la morte di Giustino, alla sorella Luigia, che consacrandosi a Dio, aveva seguito l’antica sua propensione dell’animo suo: diventata novizia in un convento, « ora ella non vivea che per pregare».   [1]

                                                                                                 ROSARIO MASTRIANI

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[1] FRANCESCO MASTRIANI, Federico Lennois, Napoli, Tramater, 1853, vol. II Parte Quinta, «Riepilogo», pag. 243.