TRAMA

   La trama del romanzo inizia durante un ricevimento nell’appartamento della baronessa Lelia d’Alcione, ricca e bella vedova trentenne. Tra gli ospiti ci sono il conte Filippo Sant’Arnone e il banchiere ebreo Oscar von Reisen, definito ironicamente con l’agnome di Miliardo, a tanto ammonta il suo patrimonio, e sua moglie Ester, segretamente invaghita del conte, che nel corso della serata ha un alterco con il capitano di artiglieria Eduardo di Siena, geloso innamorato della baronessa, che gli chiede una partita d’onore, cioè lo sfida a duello.

   Dopo questa serata il conte riceve a casa sua due visite, del fratello Olivo, che gli consegna una lettera di una donna. Olivo conduce una vita povera, ma onesta, esercitando con impegno e successo il mestiere di carbonaio. Tutte le ricchezze avite e il titolo nobiliare erano andate al primogenito suo fratello Filippo. L’altra visita è del banchiere Oscar, che invita il conte a non accettare la sfida a duello essendo egli suo debitore, di gioco, di una cifra considerevole, il banchiere teme di perdere a causa del duello, il suo creditore.

  Olivo è sposato con Biagina è ha quattro figlioletti maschi, ma anche è considerata sua figlia Sofia, da lui trovata neonata abbandonata dai genitori; la trovatella quindi diventa parte della famiglia di Olivo. Diventa una bella ragazza e di lei s’invaghisce Isidoro che la chiede in sposa, ma la ragazza lo rifiuta, anche perche tra loro due c’è una grande differenza d’età.

   Si sfidano poi a duello il conte e il capitano e quest’ultimo, ferito in modo grave, muore dopo pochi giorni. Arriva sul luogo del duello il banchiere tedesco che rimane contento dell’esito del tenzone, infatti in seguito il conte si vede privato di tutti i suoi beni per soddisfare gli enormi debiti, per lo più di gioco, che aveva col ricco banchiere ebreo.

   Dopo il duello e la caduta economica che lo ha reso povero, il conte per un certo periodo si eclissa dalla società. Al suo rientro viene accolto freddamente dalla nobiltà napoletana, solo la baronessa Lelia prova compassione per lui e lo invita ad una personale colazione. La baronessa che è invaghito del conte, gli fa l’incredibile proposta di unirsi in matrimonio con lui, offrendogli oltre alla mano anche le sue ricchezze, ma il conte, che pur prova qualcosa per lei, per orgoglio rifiuta la sua la proposta perché non vuol esser considerato un suo mantenuto.

   Il conte ripara casa di suo fratello Olivo a Sessa Aurunca, dove viene accolto con affetto, e al quale chiede umilmente un posto di lavoro, nella sua attività commerciale. Richiesta che viene accettata e Filippo diventa segretario e scritturale del fratello, e in questa casa subisce una radicale trasformazione morale, e si occupa anche dell’educazione dei suoi quattro figli; ma la causa principale del suo cambiamento è dovuta alla presenza della bella Sofia; per lei il conte prova quello che non ha mai provato per nessun’altra donna. In un colloquio intimo che ha con Sofia, le conferma esser lei una trovatella, e che Olivo e Biagina sono suoi genitori adottivi.

   Un giorno Olivo riceve la visita di un forestiero francese, un tale Jerome, che è alla ricerca di suo fratello Filippo. E trovatolo lo vuole sfidare a duello in quanto è stato il seduttore di sua moglie Elisa, che si è poi suicidata dopo essere stata abbandonata da Filippo, pur essendo da lui rimasta incinta. Filippo rifiuta il duello.

    La lettera che Filippo aveva ricevuto dal fratello Olivo, era stata scritta proprio dalla Elisa, prima di suicidarsi. Grazie anche ad un biglietto trovato al collo della piccola Sofia, si accerta che la giovane è la figlia di Elisa, da lei abbandonata dopo la nascita, e raccolta, come già descritto, da Olivo, per cui il conte Filippo è il padre della trovatella.

   Il romanzo si conclude a lieto fine; viene svelato a Sofia il segreto della sua nascita e che Filippo Nardoni è il suo vero padre. Il conte, completamente trasformato, diventa socio in affari del fratello Olivo, e continua a vivere con la sua famiglia dove, ovviamente c’è anche Sofia.

                          ROSARIO MASTRIANI