TRAMA 

   La storia inizia che Giambattista Pergolesi è un bambino di otto anni, che vive nella sua città natìa Casoria. L’autore ci ha tenuto a precisare nell’avvertenza del romanzo, che ci sono discordanze sul luogo natio del musicista: Iesi o Casoria, e lui ha scelto quest’ultima per l’interesse del racconto.  

  Sin da questa tenera età si denotano in lui doti per il canto: ha una bellissima voce. Un faccendiere, Ignazio Ciaramella, tenta di convincere i genitori del ragazzo a subire la castrazione, per farlo diventare un soprano non femminile. Sa pure dove rivolgersi per l’intervento, da don Bartolommeo, un suo compare barbassoro-castratore. Il padre di Giambattista è decisamente contrario alla proposta del Ciaramella, e costui tenta di convincere la madre, più malleabile. Ma non ci riesce.

  In seguito, grazie all’interessamento di un buon prete, padre Ilario, il giovane Battistino riesce ad entrare nel Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo a Napoli. Durante i primi due anni di studio nel conservatorio, dove esprime il suo talento, gli muore la madre Marianna, e questo dolore lo fa maturare, come uomo, in fretta. Si diploma al conservatorio nel 1731 e la sua prima opera ha notevole successo. E nella presentazione del suo lavoro, nella casa di un nobile, il principe don Giulio Spinelli di Cariati, conosce la sua figlia Maria, che esegue una parte dell’opera. I due giovani si innamorano l’un dell’altro. Il compositore, raggiunge il massimo della felicità quando gli vien chiesto, dal padre della ragazza, di esser suo maestro di contrappunto. Ovviamente la richiesta era avvenuta per la volontà di Maria, che si era dimostrata brava anche nello scrivere la musica.

   Muore anche il padre di Pergolesi che a 22 anni si trovò solo sulla terra. L’anno dopo compone la sua opera più famosa, La serva padrona, che lo rende celebre in Italia ed anche all’estero. Riceve in visita nella sua umile casetta, il filosofo sessantacinquenne Giambattista Vico, suo ammiratore.

   I due giovani, Giambattista e Maria, si dichiarano il loro amore, ma la loro relazione è contrastata dalla famiglia e in particolare dal fratello di lei Luigi, che apertamente chiude la porta della casa di suo padre al compositore, dicendogli che una nobile donzella non può sposare il figlio di un bifolco, seppur valente maestro di musica. Vogliono costringere la giovane sposare un giovane nobile, ma Maria rifiuta e preferisce entrare in convento e prendere il velo. In seguito a questa scena col fratello e dopo in ritiro in convento di Maria, il Pergolesi, già di salute cagionevole, si ammala ulteriormente, di tubercolosi, e il suo amico dottor Bruni gli consiglia di cambiare aria, lasciare Napoli e tornare in campagna. Invece il Pergolesi, in compagnia della sua fida fante Anastasia, si reca a Roma dove deve collaborare per la messa in scena della sua ultima opera L’Olimpiade. Ma le sue condizioni psico-fisiche peggiorano in seguito al fiasco clamoroso che subisce il suo dramma.

   Ritornato a Napoli, viene anche aiutato economicamente dal principe Spinelli, che è pentito di aver spinto la figlia a prendere il velo. Pergolesi e Maria, pur essendo divisi fisicamente, continuano ad amarsi spiritualmente.

   Tornato da Roma Pergolesi in compagnia di Anastasia, fa visita al suo luogo natio, a Casoria, ove ha la brutta novella che padre Ilario è morta da diversi anni. Tornato a Napoli le sue condizioni di salute si aggravano, la tisi non gli dà tregua. Gli viene ingiunto anche lo sfratto per morosità e appunto perché ha un male contagioso, così grazie all’interessamento del duca di Maddaloni, insieme alla sua fida fante Anastasia, viene ricoverato nel Convento dei Frati Francescani di Pozzuoli, ove riesce a finire il Stabat Mater prima di morire. Il romanzo si conclude con la tragica morte del compositore, aveva solo 26 anni, le ultime note del suo Stabat Mater gliele deve scrivere l’amico compositore Anfossi, che lo assiste fino alla morte. Tre giorni prima era morta nel Chiostro la sua amata Maria Spinelli.

                                                                                                                 ROSARIO MASTRIANI