TRAMA

   La trama del romanzo prende spunto da un testamento olografo in data 12 aprile 1574 fatto da don Ippolito Cappellieri, il quale aveva disposto che, in assenza di un erede maschio, il suo ingente patrimonio sarebbe dovuto andare alla Compagnia di  Gesù.

  Nelle successive generazioni avvengono nascite maschili; si arriva all’epoca della presente storia, nel 1759 con don Gaudenzio vedovo ed ultimo esponente dei Cappellieri, che aveva avuto soltanto una figlia, Virginia, e la nuova moglie Balbina, entrata nella casa del marchese come cameriera, era sterile. Con questo stato di cose i gesuiti nutrivano buone speranze di arricchirsi, e per curare i propri interessi fanno sì che nella casa del marchese entri un loro affiliato, e questi è padre Giacinto, un giovane e bellissimo prete. Il quale con l’aiuto di don Policarpio, uomo di fiducia della famiglia, e di donna Scolastica, perfida sorella di don Gaudenzio, mettono in atto un piano per entrare in possesso dell’eredità. Il disegno prevede l’entrata in convento della giovane Virginia onde evitare che si mariti e che possa avere un figlio di sesso maschile. Nella trama compaiono anche altre due sorelle del marchese, la fragile Ippolita di salute cagionevole e Clotilde, ovvero suor Genoveffa, monaca del convento delle Benedettine, dove si vuole rinchiudere Virginia.

   Ma la giovane che è innamorata del giovane operaio Luciano Ricci, che abita nei pressi del loro palazzo. Grazie all’aiuto di Ippolita, zia e nipote riescono a scappare di casa, e contemporaneamente alla loro fuga, sparisce dalla casa del marchese il dottor Johann di Baviera, medico alchimista, ospite da diversi mesi in casa del marchese. Dopo cinque mesi dalla fuga e di ricerche infruttuose da parte della famiglia Cappellieri, arriva al marchese una lettera nella quale c’è la notizia che Ippolita è andata in sposa al medico tedesco e che è nato, grazie all’alchimia, un bambino a cui è stato dato il nome di Homuncolo; il bimbo sarebbe, come scritto nella lettera, un prodotto della scienza. Invece era nato normalmente dopo i nove mesi di gestazione, era stato concepito nella casa del marchese; il medico tedesco e la giovane Ippolita si amavano. Ma il marchese, istigato dalle sorelle Scolastica e suor Genoveffa, e aiutato dai gesuiti cita il tedesco. Viene così indetta una causa penale contro l’alchimista, che secondo l’accusa si vorrebbe appropriare indebitamente dell’eredità del marchese, con un bambino nato per alchimia o figlio illegittimo; nonché di aver rapita dalla casa paterna la Virginia. La ragazza, intanto, viene presa in custodia da una misteriosa donna, sempre coperta da fitto velo nero per celare la sua identità, donna che è pure protettrice da lungo tempo di Luciano.

  La causa va avanti, al termine della quale i giudici assolvono l’alchimista e condannano il marchese a pagare le spese di giudizio e a dare anche un indennizzo al calunniato dottore tedesco. È un colpo per il marchese che in seguito a questa condanna muore per un tuffo di sangue al cervello.

   Il romanzo si conclude con un colpo di scena; l’agognata eredità dei Cappellieri, alla fine va al giovane Luciano Ricci, che è un figlio illegittimo dalla dama del velo nero, che altro non è che suor Genoveffa, ovvero Clotilde Cappellieri, che l’aveva concepito, da monaca, con il nobile spagnolo Conte Oliviero Cortal, governatore del monastero.

   Romanzo a lieto fine, con il matrimonio di Luciano, diventato ricco, con Virginia, che è poi sua cugina. Ma il neo ricco spande le sue ricchezze a beneficio di tutti, anche di quelli che avevano fatto del male in famiglia. Suor Genoveffa, termina i suoi giorni in un ritiro lontano da Napoli.

                                       ROSARIO  MASTRIANI