TRIBUNALI CORREZIONALI

   «Deponete il vostro bastone».

   «Sì, signor Presidente».

   E l’accusato esegue un molinello che fa l’ammirazione degli astanti.

   «Voi avete dato un colpo terribile al querelante».

   «Oh! un piccolo schiaffo, un piccolo scapezzone a mano aperta».

   «Ma lasciate dunque il vostro bastone. Usciere, prendete il bastone dell’accusato».

   «Eccolo».

   E l’accusato dà il suo bastone all’usciere, che, fattolo cadere, non lo può più rialzare adoperando tutte e due le mani.

   Il bastone era un asse di carrozza che l’accusato aveva avuto occasione di comprare passando sulla riva della Ferraille per venire al Palazzo della Giustizia.

   Questo ricordo del Tribunale Correzionale della Senna ci viene a memoria a proposito del processo di Roberto Brice innanzi al Tribunale di Brow-Street a Londra.

   Roberto Brice è un francese; egli abita a Londra e riabilita un poco i suoi compatrioti. I cockneys di Londra non possono chiamarlo the little Frenchman. Roberto è alto come due tamburi maggiori, compreso i kolbachs e i pennacchioni; e, ciò ch’è strano, egli è tutto proporzionato. Egli ha scelto la sola professione adattabile ad un infelice afflitto da questa infermità, egli s’è fatto gigante, il gigante Anak.

   Fatto sta che uno può essere gigante, e può avere de’creditori. Un bel mattino, i creditori di Roberto Brice fanno un chiasso all’uscio di sua casa. Il grand’uomo si desta, si alza e prende con bel garbo i suoi due creditori, ciascheduno sotto un braccio, a quel modo che una nutrice porterebbe due fanciulli gemelli. Fatto ciò, scende le scale adagio adagio, e pone i suoi creditori in mezzo alla strada. Un altro uomo qualunque avrebbe gittato i vampiri dalla finestra: la faccenda sarebbe stata più sbrigativa; ma in tal caso bisogna pagare i creditori in frantumi; e il più delle volte questi frantumi non valgono niente.

   I creditori di Roberto fanno querela. Il gigante si trova angustiatissimo, non già perché egli tema la severità della giustizia inglese; ma sarà d’uopo presentarsi alla udienza, e farsi vedere per niente. Figuratevi madamigella Patti che fosse obbligata a cantar gratis!

   Il Tribunale assolve il gigante, perciocché ammette la distinzione tra l’uso e l’abuso della forza.

                   FRANCESCO MASTRIANI