VARIETÀ. È FATTA. CHIACCHIERATA PER L’ANNO 1867.

         Oh bene! se muorendo, l’anno vecchio

Di guerra spense la tremenda face,

Col nuovo canteremo in santa pace.

                                   Gloria

   Gloria a colui che ci fe’quasi uniti

Mutando in vino il latte della balia;

Di Broglio al Forte, al vero dell’Italia

                                   Patri

   O increduli del ben, lo confessate:

.Non vien la sorte da virtù di squadre;

Un buon inchiostro assicurò la madre

                                   Filio

   Di tanti protettori il più convegno

Nell’anno scorso ci levò la tosse.

In quel che corre affiderem le mosse

                                   Spiritui Sancto

   Lavoriamo pel corpo e per la borsa,

O quieti e grandi non saremo mai;

La casa lasceremo in pene e in guai

                                   Sicui erat

   A che servon le accuse e i processi?

La revison de’conti? Il plebiscito

Scacciò gl’ingordi – Avremo quel ch’è ito

                                   In principio

   Se sapremo mestar, figliuoli miei –

Perfino gl’indiscreti da Custozza

Tornar contenti e con la lingua mozza. –

                                   nunc.

   Non s’arrovellan più frati né preti;

Ebbero i Re di grazia e d’elezione

Oggi il lor voto, la benedizione

                                   et semper

   Amici più che prima – il bacio andò;

Viva Vienna e Berlino! Italia stà

Una dai monti al mare, e tal sarà

                                   in saecula

   Per voler dell’urna e della Nappa,

Quando non si ridesti il vecchio sdegno

Fian d’ISTRIA, la DALMAZIA e gli altri segno

                                   saeculorum

   Ma il TURCO potria farci far faccende!

Speriam che all’ASIA pensi un poco più,

Onde anche noi si possa andare in su

                                   amen

                                             U. M.

                                   (Dal Castigamatti)

                                                                       FRANCESCO MASTRIANI